Coordinamento

Aree protette, Azione Liguria: “Rivedere la legge in quanto volano virtuoso per lo sviluppo”

Sette le proposte avanzate

Liguria Ambiente Azione Scarpati

Liguria. Rivedere la legge regionale sulle aree protette: è questa la proposta del coordinamento regionale ligure di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda.

Le aree protette della Liguria sono state interessate negli ultimi anni da ripetuti tentativi di ridimensionamento territoriale, funzionale e di organico, con una graduale riduzione della loro funzionalità e capacità di incidere virtuosamente rispetto alle necessità di conservazione della natura, di implementazione del turismo ‘verde’ e di sviluppo dei territori interni” affermano dal gruppo.

Poi continuano: “Azione ritiene che le aree protette della Liguria possano costituire un volano virtuoso capace di portare reale sviluppo ai territori, per esempio in termini di implementazione della proposta turistica regionale (anche attraverso un rafforzamento del legame turistico costa-entroterra), di sostegno e impulso alle filiere produttive e al comparto agricolo-forestale dei territori interni, di creazione di nuove attività imprenditoriali legate all’outdoor e alle peculiarità naturalistiche”.

Secondo il partito, questi propositi possono essere perseguiti e raggiunti “ragionando in termini di costruzione e gestione di un sistema di aree protette strutturato, moderno e solidamente radicato nel quadro della giurisprudenza ambientale, con la consapevolezza della necessità di tutelare il patrimonio naturalistico, ma anche con riguardo e sinergia rispetto a tutte le altre categorie di fruitori degli ambienti e dei beni naturali”.

“Per poter raggiungere questi obiettivi – continuano dal gruppo politico – Azione ritiene necessario un cambio di passo, che prenda in considerazione le seguenti proposte: rendere nuovamente rappresentativi e funzionali gli organi fondamentali dell’ente parco, ovvero presidente, consiglio direttivo e comunità del parco, rivalutando e valorizzando la figura tecnico-amministrativa del Direttore in modo da tornare ad averne uno in ruolo per ciascuna area protetta; attivare a livello regionale un Organismo unico di gestione, collegiale e plurale, volto sia a rendere omogenea e sinergica l’attività delle aree protette, sia ad implementare le attività istituzionali dei parchi coordinandole con tutte le altre attività regionali di carattere territoriale, produttivo e turistico, in ogni caso nel rispetto della piena autonomia amministrativa di ciascuna area protetta”.

Ancora, “garantire che il personale recentemente preso in carico da Regione Liguria continui a lavorare per ciascun Parco, seguendo le scelte da questo intraprese, come previsto dalla normativa vigente; potenziare le misure di sostegno alle economie e ai prodotti delle aree protette, anche attivando marchi regionali specifici nonché stabilendo priorità nell’attribuzione di finanziamenti alle aree stesse ed ai comuni e alle province che vi ricadono all’interno; prevedere e realizzare una chiara tabellazione lungo i confini delle aree protette, sia al fine di rendere più forte l’immagine delle aree, sia per evitare fraintendimenti e contenziosi con altre categorie che potrebbero rischiare di sconfinare all’interno di esse”.

Infine, “agevolare e per quanto possibile potenziare la partecipazione delle aree protette alle attività di gestione faunistica, al fine di mitigare e compensare eventuali conflitti con i diversi portatori di interesse; e migliorare il coordinamento delle attività di conservazione e gestione condotte nelle aree protette con quelle perseguite nell’ambito della Rete Natura 2000”.

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