"che senso ha?"

Zona rossa, commercianti valbormidesi furiosi: “Si può prendere un caffè, ma non comprare una maglia”

Negozi, parrucchieri, centri estetici e numerose categorie hanno dovuto rinunciare ai regali last minute e a numerosi appuntamenti

chiusura bar dpcm

Valbormida.Se è zona rossa, quindi di massima allerta, che lo sia per tutti, non solo per alcuni!“. Questa la reazione al provvedimento della Regione Liguria che da oggi blinda la provincia di Savona (e di Imperia) fino all’11 aprile.

Nei centri più grandi della Val Bormida sono numerosi gli esercenti che manifestano il loro disappunto, “perchè servirebbero più controlli a tappeto, e invece c’è chi può uscire di casa per andare a prendere il caffè (seppur in modalità di asporto) e non si può comprare un paio di scarpe o una maglia“, commentano dalle attività commerciali di Carcare.

“L’anno scorso in zona rossa eravamo tutti chiusi, tranne chi vendeva generi di prima necessità, ora ci chiediamo quale tipo di assembramento potrebbe creare un negozio di abbigliamento rispetto ad un pubblico esercizio. Sia chiaro, i bar hanno tutto il diritto di lavorare, ma lo abbiamo anche noi”, dicono alcuni commercianti del centro storico e della Galleria, quest’ultima già messa a dura prova dalle chiusure nei prefestivi anche in zona gialla e arancione.

Anche a Cairo Montenotte lo sconcerto di molti negozianti che non hanno apprezzato lo scarso preavviso e la chiusura anticipata in un giorno prefestivo che avrebbe potuto dare un leggero sospiro di sollievo al commercio in questo periodo di emergenza economica. “Da sabato saremmo stati in zona rossa, un giorno non avrebbe cambiato nulla” è il pensiero condiviso da molti.

E se i negozi hanno dovuto rinunciare ai possibili regali last minute e a coloro che dovevano ancora ritirare i prodotti scelti, la situazione non è diversa nemmeno per centri estetici e parrucchieri, alcuni dei quali ieri hanno deciso di tenere aperto fino alle 22 per riuscire a recuperare qualche appuntamento fissato per la giornata di oggi.

“Questo stop&go mette ancora più ansia – sottolinea una parrucchiera cairese – Il lavoro non è come prima, cerchiamo di fare il nostro meglio, ma poi di punto in bianco ci chiudono. Già siamo stati l’ultima categoria a riprendere a lavorare, nel 2020 siamo stati chiusi dal 12 marzo al 18 maggio ed ora che, nonostante la zona arancione, avevamo numerosi appuntamenti siamo costretti ad abbassare le serrande. Noi investiamo in tutti i dpi e lavoriamo in sicurezza, aumentino i controlli e ci permettano di fare il nostro lavoro” conclude.

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