Riflessioni...

Spostamento a monte della ferrovia, dubbi e alternative: “Tutelare le stazioni locali”

I critici alla realizzazione dell'attuale layout progettuale tornano a farsi sentire

binario passaggio a livello pietra Borgio

Savona. Dopo la nomina del commissario per la realizzazione del raddoppio ferroviario torna il dibattito sull’opera per il ponente savonese, non senza critiche, dubbi e anche soluzioni alternative per migliorare l’infrastruttura ferroviaria della riviera.

Assoutenti plaude alle riflessioni di Paolo Forzano (Comitato Albamare), affermando “che lo spostamento a monte della ferrovia è evitabile con il passaggio in sotterranea da Finale a Loano ed enormi vantaggi per tutti. Si eliminano i passaggi a livello, si elimina la servitù per le aree interessate dal passaggio in superfice, si mantiene il servizio con le stazioni e le fermate dove sono attualmente, si accorcia il percorso rispetto al progetto di spostamento a monte senza i sali e scendi programmati, si risparmia sui costi, si rispetta l’ambiente senza danneggiare nessuno”.

“Non voglio continuare per non polemizzare ulteriormente, vorrei soltanto che prevalesse il buon senso per il bene delle generazioni future” sottolinea Gian Luigi Taboga di Assoutenti, che aveva invitato progettisti norvegesi con il suggerimento, per la piana albenganese, di un passaggio sotterraneo che rispettasse la centralità delle stazioni.

L’intervento di Paolo Forzano: “Per me è il trionfo della progettazione senza senso. Perché? Ma perché alla base di un progetto ci devono essere tutti i problemi da risolvere ma anche e specialmente una visione “funzionale” dell’opera da realizzare. A che cosa serve? E questa domanda sembra non se la siano posta correttamente. Traffico merci morto e defunto. Traffico alta velocità non permesso dalla linea. Traffico metropolitano “assassinato” dalla eliminazione di molte stazioni e dallo spostamento delle stazioni nuove lontano dai centri abitati”.

“Vada per le merci, vada per l’alta velocità, vada per il traffico metropolitano. Che resta? Resta il boccone appetitoso di 1,54 miliardi!”.

“Chi ci guadagna? Chi costruisce! Chi sposta terra. Chi ha terreni attorno alle nuove stazioni che aumenteranno di valore. Chi costruirà nuove seconde case sui tracciati dismessi che sono “sul mare”.

“Ma a noi cittadini liguri è quello che interessa? Chi ci rimette? Gli abitanti di quasi tutti i paesi coinvolti, paesi senza la stazione, paesi con la stazione nuova lontanissima. E’ chiaro che lo spostamento a monte non conviene a pendolari, studenti, lavoratori. Ma anche a persone senza patente o senza mezzo di trasporto privato. Non converrà a turisti che usano il treno, e di conseguenza alle categorie che lavorano con loro: commercianti, albergatori, ristoratori”.

“E nella piana di Albenga andrà anche ad incidere su numerose attività agricole. Il tanto sbandierato slogan a favore: “c’è ancora il binario unico” è vero in parte, in quanto dei circa 32 chilometri di percorso circa 19 chilometri sono a binario unico, ma tra Loano e Finale, 9 chilometri, sarebbe anche possibile un raddoppio in sede, secondo studi delle Ferrovie. Rimarrebbero “solo” 10 km a binario unico!”.

“Quindi un altro sacco di Stato! Direi proprio di sì, ed alle spalle di chi di questa ferrovia ha più bisogno. La ferrovia con le sue frequenti fermate era di fatto una “metropolitana” ligure, connetteva tutti i paesi di questo articolato e difficile territorio. Era sufficiente e necessario migliorare le velocità, l’accelerazione e la frenatura dei treni per migliorare di molto il servizio. Ci sono casi in cui era bene intervenire come i passaggi a livello ed altro, per cui sono fatte fatte proposte meno costose e meno impattanti”.

La posizione di Europa Verde: “Innanzitutto è necessario un ammodernamento della attuale linea ferroviaria, soggetta troppo spesso a rallentamenti eccessivi al minimo disguido ed a tempi di percorrenza che la rendono un alternativa poco appetibile al mezzo privato, pertanto è doveroso che parte dei fondi provenienti dal recovery plan vadano investiti in questa forma di mobilità rimasta indietro di anni in Liguria. Tuttavia la soppressione di stazioni locali e l’allontanamento eccessivo dai luoghi abitati non sono la giusta via per migliorare i servizi, in quanto da un lato si riduce la capillarità del trasporto e dall’altro si costringono i cittadini ed i pendolari ad usare obbligatoriamente un proprio mezzo per andare a prendere il treno”.

“Bisogna anche peraltro ricordare che la linea ferroviaria in situ è già parzialmente a doppio binario fra Albenga e Loano e che esistono secondo notizie di stampa studi delle ferrovie sulla possibilità di un raddoppio utilizzando per buona parte l’attuale sito ferroviario o discostandosene il meno possibile”.

“In una logica di investimento ideale la linea dovrebbe scorrere ad una giusta distanza dalle abitazioni in modo tale da essere meno impattante possibile per gli abitanti, ma anche abbastanza comoda da poter essere raggiunta agevolmente a piedi”.

“Un servizio navette potrebbe essere una soluzione adatta, ma analizzando lo stato attuale dei vari trasporti pubblici locali non si vede la possibilità di poter offrire tale servizio in modo adeguato”.

“Inoltre va considerato l’impatto che una stazione troppo distante dal proprio paese può avere in ambito turistico, settore fondamentale per l’economia regionale, un servizio mal fornito potrebbe dare gravi problemi ad un settore che necessita di comodità e facile accessibilità”.

“In conclusione considero necessario l’ammodernamento delle linee ferroviarie ma così come esposto nel progetto attuale rischia concretamente di essere inefficace per le problematiche sopra indicate. Senza interventi di supporto per agevolare a cittadini e turisti l’accesso alle stazioni a monte l’opera stessa si rivelerebbe inefficace, spingendo sempre più persone a rivolgersi alla mobilità individuale ed intasando ulteriormente le strade liguri” concludono i Verdi.

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