Aaa cercasi

Sanità, in Liguria preoccupa la carenza di anestesisti-rianimatori. Brunetto: “In Asl2 ne mancano almeno 15”

Alla base del problema: costo della vita, carico di lavoro inadeguato e poco retribuito e mancato turnover

anestesista generica

Provincia. Nella sanità ligure, e non solo, messa a dura prova e “rimodulata” sotto diversi aspetti causa Covid, abbondano, purtroppo, le carenze legate al personale. E se pochi giorni fa Asl2 ha pubblicato un bando di concorso per la copertura di sei posti da dirigente medico per la disciplina di ginecologia ed ostetricia, purtroppo anche la categoria degli anestesisti e rianimatori non vive certo tempi migliori nella nostra Regione. 

Si tratta sì di un problema nazionale, ma che in alcune parti d’Italia raggiunge livelli estremamente preoccupanti. E la Liguria rientra in quesa categoria.

“È sufficiente pensare che attualmente nella sola ASL 2 savonese manchino oltre 15 anestesisti-rianimatori. Le cose non vanno bene neanche nelle altre Asl liguri, nella 1 mancano almeno 10 unità e lo stesso discorso vale anche per le ASL del levante ligure”, ha dichiarato Brunello Brunetto, presidente della Commissione regionale Salute e Sicurezza Sociale e consigliere regionale della Lega. 

Ma quali sono le motivazioni che hanno portato ad una tale carenza? Potrebbero essere sintetizzate in 4 punti: costo della vita troppo caro nelle riviere liguri; stipendio inadeguato se confrontato con quello offerto dal mercato privato ed estero; quasi assenza di attività privata rispetto ad altre specialità mediche; overload di responsabilità medico-legali rispetto ad altre figure sanitarie; carico di lavoro inadeguato e poco retribuito per carenza di figure lavorative che garantiscano il turnover legato al pensionamento. 

“Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha sicuramente messo in evidenza la situazione precaria che era presente prima di tale evento, – ha spiegato Brunetto. – L’aumentato numero di posti letto dedicati ai pazienti positivi ed il maggior carico di lavoro che necessita nella cura di ogni singolo paziente, accompagnato alla quasi totale impossibilità dì permettere agli anestesisti di andare in ferie, ha fatto aumentare la volontà di abbandonare il lavoro in strutture pubbliche per rivolgersi a quelle private dove il lavoro viene concentrato in pochi giorni alla settimana e lo stipendio è spesso più alto”.

Ma non solo: “A tale fatto si aggiunge che il trattamento economico di questi professionisti, che a differenza di medici di altre specialità che possono effettuare attività privata remunerativa, è spesso appena sufficiente per garantire alla propria famiglia di vivere in una delle zone più care d’Italia. Un affitto o un acquisto di una casa nella riviera ligure raggiunge livelli anche del 2-300% più cari rispetto ad altre zone limitrofe della Liguria”, ha aggiunto ancora il medico savonese. 

E c’è anche un problema legato al ricambio dovuto ai pensionamenti: “Il turnover dettato dal pensionamento di tanti anestesisti-rianimatori non è stato supportato da un numero sufficiente di nuovi specialisti che, sia per il numero chiuso che per l’inadeguato numero delle borse di studio per la specialità di Anestesia e Rianimazione, non è in grado di sopperire al naturale ricambio lavorativo”. 

“Inoltre l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione legati principalmente all’uso di internet permette, a differenza di 20 anni fa, di accedere a proposte di lavoro dall’estero, e non occorre andare molto distante (la Francia è a pochi chilometri da chi vive nel ponente ligure), che permettono uno stipendio iniziale che si distacca da quello ospedaliero di almeno 4 volte”, ha concluso Brunetto.

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