Pietra Ligure. “L’investimento da 85 milioni di euro per la ristrutturazione del Santa Corona di Pietra Ligure pone ancora una volta l’attenzione sulla ‘strategia’ della Giunta Toti. Il presidente è un comunicatore abile, apparentemente dice di spendere soldi per la sanità pubblica, ma in realtà spende soldi pubblici per favorire l’ingresso di soggetti privati – incalza il capogruppo di Linea condivisa Pastorino -. Perché, ciò che non svela, è il piano di assunzione del personale. Ancora una volta, con Toti, la demagogia è il tratto determinante della sua azione politica, ovvero: fare apparire quello che non c’è”.
A dichiararlo è il consigliere regionale e capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino. “Toti proclama ingenti investimenti pubblici per la ristrutturazione del Santa Corona – aggiunge – e noi, naturalmente, non possiamo che essere d’accordo perché riteniamo, evidentemente, giusto rinnovare l’architettura sanitaria dei nostri nosocomi, ivi compreso quello di Pietra Ligure”.
“Esattamente una settimana fa, venerdì 9 aprile, il presidente della Liguria, nonché assessore alla Sanità Giovanni Toti – prosegue Pastorino -, annunciava un nuovo investimento da 85 milioni di euro per la riqualificazione dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Qual è la visione di Toti rispetto alla sanità pubblica? Quale personale metteremo all’interno di questi rinomati padiglioni con, altrettante, rinomate nuove tecnologie? Se si fanno interventi strutturali di questo tipo è necessario, contestualmente, avere un piano di assunzione del personale: medici, infermieri, tecnici, oss, che siano essenziali al funzionamento. Se così non dovesse essere, questo significa che la visione di Toti è svelata”
“Questa Giunta – conclude il capogruppo di Linea condivisa Gianni Pastorino – spende soldi pubblici per ristrutturare gli edifici, acquista nuova diagnostica e poi, per completare il cerchio, inserisce all’interno degli ospedali gruppi sanitari privati, realizzando così, definitivamente, ciò che hanno oramai in testa da anni, ovvero il modello lombardo. Che è meglio ribadirlo ancora una volta, è quello risultato più fallimentare nell’affrontare l’emergenza sanitaria da covid-19”.