Savona. “Abbiamo proposto un percorso che aiuti a rilanciare il Santuario e tutta la valle del Letimbro, zona periferica che continua a non vedere risposte come luogo di attrazione turistica, culturale, religiosa e di valorizzazione del paesaggio. La questione nasce da un progetto ambizioso e fortemente attrattivo, che coinvolge la città di Savona e le nostre zone interne: è l’ “Altravia”, un percorso di nove tappe con partenza da Torino per 206 Km che coinvolge due regioni, quattro provincie e 48 comuni da percorrere a piedi o in bicicletta e che unisce diversi territori, città e borghi e contesti naturalistici a molti anche sconosciuti”.
Così Ezio Alpino, presidente dell’associazione del Letimbro rilancia su una rivitalizzazione della vallata attraverso una iniziativa legata alle zone rurali e dell’entroterra ligure e savonese.
“Il progetto ci interessa da vicino perché le ultime due tappe di questo percorso (in particolare l’ultima Altare-Savona) si sviluppava sul territorio del nostro Comune e passando da Cadibona e percorrendo tutta l’alta valle del Letimbro sfocia fino al Santuario, proseguendo per San Bernardo e la zona di Ciantagalletto”.
“Gli organizzatori del progetto hanno richiesto a tutti i Comuni interessati la certificazione per iscrivere il loro percorso nell’elenco di quelli ufficiali e per esserne in possesso devono presentare tutte le mappe catastali delle vie percorse. I 47 Comuni approvano tutta la documentazione necessaria, ma quello di Savona No…” spiega.
“La causa che ci viene segnalata è che la viabilità ad uso pubblico che collega Cadibona al Santuario è chiusa da due anni. Infatti, le strade vicinali via Garbasso e via Isola sono chiuse al traffico nel punto in cui insiste un guado abusivo sul Letimbro costruito negli anni ’90 che dovrà essere demolito. I residenti locali stanno cercando di risolvere il problema ed hanno incaricato un professionista per preparare il progetto di un ponte carrabile chiedendo l’intervento dell’amministrazione comunale per restituire vita ad una viabilità essenziale non solo per chi vive e risiede in quella zona, ma anche per tutti coloro che desiderano vivere una esperienza turistica e ricreativa in un sito di interesse comunitario”.
“Di fronte a questa situazione gli organizzatori del progetto hanno dovuto cambiare il percorso tagliando di fatto tutta la valle del Santuario, passando invece per Cairo Montenotte e il Parco dell’Adelasia. Noi come associazione, dopo aver parlato con gli abitanti di quella zona e i loro rappresentanti, ci sentiamo coinvolti in questa battaglia: è venuto il momento di accelerare in modo da non perdere questa occasione importante per tutti noi, ma in particolare per i commercianti, gli esercenti e i ristoratori della zona che troverebbero nuova linfa dal passaggio dei viandanti e turisti attratti da una iniziativa che è già stata concretamente avviata”.
“Serve da subito questo ponte per tornare al percorso pensato originariamente e inaugurare una nuova forma di “turismo del futuro”, dando una vitalità diversa alla valle del Santuario per la sopravvivenza futura, in particolare dopo la tragedia che stiamo vivendo del Covid e le conseguenze devastanti che ci stiamo portando dietro”.
“Lo diciamo con chiarezza, questa occasione non possiamo farcela sfuggire e l’attuale amministrazione comunale non può e non deve fare finta di nulla”.
E ancora: “Siamo molto preoccupati perché da questa vicenda che ci è stata segnalata con forza emerge che questa amministrazione comunale rispetto a queste tematiche, dopo le grandi enunciazioni di facciata degli ultimi anni, non ha dato una sola soluzione al rilancio delle periferie, tantomeno alla nostra. Ci mettiamo in testa che ci vuole un progetto complessivo e una visione più ampia di rilancio che tocchi alcuni temi fondamentali di cui ha bisogno una comunità per sentirsi partecipe e quindi coinvolta su degli obiettivi concreti volti alla tutela del paesaggio, la cura delle nostre strade di collegamento, il decoro urbano, il sostegno alle nostre attività commerciali, oggi vitali, che rischiano di sentirsi isolate in questo contesto”.
“Perché la valle del Letimbro rimanga in piedi ci vuole un intreccio sinergico e continuo con queste realtà facendo girare l’economia attraverso impegni concreti. Il cambiamento dobbiamo determinarlo tutti insieme facendo quadrato e proponendo soluzioni”.
“Una cosa è certa – rincara Alpino -: il prossimo autunno andremo alla tornata elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Savona. E’ il momento che ognuno si ponga con serietà il problema di come rilanciare e rafforzare le nostre vallate, i nostri borghi e sostenere le potenzialità che emergono senza fare inutili passerelle e poi sparire nel nulla. Dei problemi concreti del Santuario e della valle del Letimbro la nostra associazione ne è giornalmente testimone diretta e li ha portati a conoscenza senza tentennamenti, facendo anche proposte concrete”.
“Chiederemo, insieme ai rappresentanti degli abitanti della zona interessata delucidazioni attraverso una richiesta d’incontro con il sindaco, l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, un incontro in cui dovranno emergere impegni concreti e veloci per recuperare una vicenda e dare un segnale concreto a chi propone queste iniziative che aiutano di riflesso a rilanciare la nostra zona”.
“Ora credo che serva uno scatto d’orgoglio, un salto di qualità, una virata concreta da parte di chi oggi è preposto a trovare delle soluzioni, quindi chi amministra il nostro territorio. Il momento è drammatico per via del Covid e lo sarà ancora per molto ma siamo ancora in tempo per rialzarci se ne saremo capaci e guardare al futuro con ottimismo. L’economia deve ripartire e nessuno deve rimanere indietro partendo proprio dal rilancio dei territori. Tutto dipende da noi e da chi ci darà una mano a dare una forma alle nostre idee” conclude il presidente dell’associazione savonese.