Giacimenti urbani

GRE Liguria: “Titanio sul Beigua? Prima di creare una nuova miniera ricicliamo gli apparecchi elettronici”

Secondo i Gruppi Ricerca Ecologica, un corretto riciclo di cellulari e dispositivi permetterebbe di ridurre la necessità di titanio

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Con questo intervento, il GRE (Gruppi Ricerca Ecologica) LIGURIA inizia una serie di osservazioni in ambito regionale al fine di contribuire a fare conoscere i concetti di sviluppo sostenibile ed economia circolare in termini operativi, evitando enunciazioni di principio, relativamente ad aspetti che coinvolgono la vita di tutti i giorni. Il titolo risulterà piuttosto criptico per i non addetti ai lavori, ma si richiede uno piccolo sforzo ai lettori al fine di dare una connotazione estremamente concreta al nostro operato.

E’ notizia di questi giorni che la Regione Liguria, tramite decreto dirigenziale 1211-2021, ha dato un permesso di ricerca mineraria di Titanio alla CET nel Parco del Beigua ed in particolare del Comune di Sassello e poco dopo è stata avanzata, da parte di altra società, una richiesta analoga nel distretto Minerario delle Valli Graveglia, Gromolo e Petronio di cui siamo alla fase iniziale e non si ha riscontro di atti concreti.

Per rimanere sul Beigua, queste attività di ricerca mineraria vengono realizzate nel principio di autosufficienza di produzione di materie prime richiamate dall’Unione Europea con la Comunicazione 474 del 2020 relative alla “resilienza delle Materie Prime Critiche (di seguito MPC): tracciare un percorso verso una maggiore sicurezza e sostenibilità” dove vengono individuati una serie di elementi chimici fondamentali per la transizione energetica ed il Titanio è stato inserito proprio nell’ultimo aggiornamento del 2020.

Risulta evidente così che, se non si vuole dipendere interamente dall’estero e dalla Cina in particolare, come succede adesso, dobbiamo verificare in casa nostra, inteso come sistema Italia, se abbiamo queste “materie prime critiche” ed avviare così lo sfruttamento delle relative risorse minerarie per fornire materie prime alle nostre industrie.

Ma prima di arrivare a tutto questo, a prescindere se si è d’accordo o meno, sono state intraprese e valutate eventuali soluzioni alternative per l’approvvigionamento di queste “materie prime critiche”? Proviamo a vedere tra i prodotti disponibili sul nostro territorio se ve ne sono che contengono MPC e come gli stessi vengono trattati a fine vita.

Palesemente sì e si tratta di Apparecchi Elettrici ed Elettronici, Pile ed Accumulatori di energia ossia televisori, PC, telefonini, elettrodomestici, batterie e pile, solo per elencare quelli più significativi dove si possono trovare MPC in quantità importanti, già raffinate e facilmente disponibili: in pratica “giacimenti urbani”.

Sempre l’Unione Europea ha emanato specifiche direttive per la gestione di questi beni nel momento che diventano Rifiuti e le stesse sono state recepite nell’ordinamento italiano con le seguenti norme:
– Dlgs 152-2006 e smi per la parte relativa alla gestione dei rifiuti in termini generali;
– Dlgs 49-2014 e smi per la gestione dei RAEE, Rifiuti da Apparecchi Elettrici ed Elettronici;
– Dlgs 188-2008 e smi per la gestione dei RPA, Rifiuti di Pile ed Accumulatori.

A seguito dell’emanazione di queste norme, si è disciplinata la gestione dei rifiuti con criteri stringenti di “Raccolta Differenziata” a carico dei Comuni e delle imprese delegate alla parte operativa con costi di gestione a carico dei consumatori che pagano una quota preventiva per la gestione della loro fine vita, fissando degli obiettivi di “recupero e preparazione per riutilizzo e riciclaggio” per i RAEE e degli “obiettivi di riciclaggio” per i RPA.

Senza entrare in merito sulla modalità di calcolo, non si è trovato nessun elemento giuridico e pratico che mettesse bene in evidenza le percentuali di “materie prime critiche” che possono e debbono essere estratte da questi Rifiuti e, quand’anche fosse stato fatto, manca un decreto specifico che permetta, ai sensi dell’art. 184-ter del Dlgs 152-06 e smi, la “cessazione della qualifica del Rifiuto” (lo si scrive in italiano volutamente, ma se sentite parlare o leggete “End of waste”, è la stessa cosa) e permettere così la normale commercializzazione di queste “materie prime circolari” e non “materie prime seconde” che dal punto di vista giuridico non esistono più da molto tempo.

Risulta così evidente che prima di arrivare a coltivare “giacimenti minerari” in un territorio come il nostro, si dovrebbe o meglio si devono sfruttare i “giacimenti urbani” di tali materie, organizzando specifici percorsi normativi e di gestione. Un volta che sarà assicurato questo percorso di economia semi-circolare e valutati i quantitativi necessari, si potrà prendere in considerazione il “come”, “dove”, “quando” e con che modalità aprire delle miniere.

Alla luce di quanto esposto, In termini strettamente operativi, GRE Liguria propone:
– al legislatore italiano di promulgare dei decreti che sanciscano la “cessazione della qualifica di rifiuto” per le “materie prime critiche” che verrano estratte da RAEE-RPA e modificare i decreti dei Centro di Coordinamento (CDC) RAEE e RPA in modo che siano funzionali alle nuove esigenze, oltre che aggiornare il “programma nazionale di prevenzione dei rifiuti”;
– agli aderenti ai CdC RAEE-RPA congiuntamente ad ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) di aggiornare l’accordo quadro relativo alla raccolta differenziata;
– al GSE con CDC-RAEE e Ministeri competenti di aggiornare la parte relativa alla gestione dei “Pannelli solari fotovoltaici” ed inserire anche quelli “solari termici”;
– alla Regione Liguria di aggiornare il “Piano di gestione dei Rifiuti”, prevedere la costruzione degli impianti specifici per ricavare questo tipo di materie da RAEE e RPA ed estendendo a tutto il territorio ligure una specifica campagna formativa ed informativa;
– al Comune di Genova e quelli facenti parte del servizio AMIU, di avviare percorsi specifici di raccolta differenziata di RAEE e RPA con campagne mirate d’informazione;
– ai restanti Comuni della Liguria e loro gestori di replicare quello già fatto a Genova;
– alle imprese che devono gestire i loro “RAEE e RPA professionali e non” di avviare dei percorsi di sostenibilità ed economia per ora semi-circolare;
– alla popolazione, in generale, di verificare in casa propria quanti telefonini, pc, pile ed altri apparecchi similari giacciono inerti nei cassetti e portarli così ai centri di raccolta per avviarli finalmente al riciclaggio.
Risulta così evidente che la contraddizione enunciata nel titolo viene a cadere e si avvia un percorso virtuoso in cui tutti risultano vincitori, l’ambiente in primis.

Per concludere, nell’ottica di assolvere i principi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e dell’economia circolare di GRE Liguria, relativamente a quanto descritto, ci sono tanti altri aspetti che non sono stati menzionati, ma se avrete voglia di seguirci, avrete modo di vedere di cosa significhi estrarre delle materie prime e smaltire un semplice telefonino nelle condizioni attuali e come questo condizionerà pesantemente il futuro della nostra società a breve termine.

GRE LIGURIA
Presidente Regionale
Giuseppe Murolo

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