Liguria. Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, dopo aver richiesto di spostare il coprifuoco alle 23 o di consentire di fare rientro a casa dopo se in possesso dello scontrino del ristorante, è rimasto deluso e stupito dalla decisione del governo di confermare il coprifuoco alle 22, senza concedere la deroga ai ristoranti per consumare all’interno dei locali: nessuna modifica all’ultimo, come si sperava, per il decreto legge che stabilisce le nuove aperture in vigore dal prossimo 26 aprile.
Una decisione che ha inasprito i rapporti tra le regioni e l’esecutivo, e che non piace alle categorie del settore della ristorazione, ancora sul piede di guerra anche se di fatto il fronte rischia di spaccarsi: chi ha spazi all’aperto, di fatto, da lunedì potrà tornare a lavorare quasi a pieno regime (fatte salve le disposizioni di sicurezza), mentre a bocca asciutta rimangono tutti quei locali che non hanno uno spazio esterno.
Ma il vero strappo tra i governatori e il governo è arrivato sul nodo scuola: la decisione di Draghi di portare la scuola in presenza al 70% supera l’accordo fatto con le regioni dove la soglia era stata fissata al 60%: “L’aver cambiato in CdM un accordo siglato da noi con i Comuni e le Province sulla presenza di studenti a scuola è un precedente molto grave” che ha “incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni”, ha commentato il neo presidente della Conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga.
“Ci sono decisioni che francamente non si comprendono – ha commentato Giovanni Toti – come chiudere i ristoranti all’interno ma aprire cinema e teatri. Abbiamo chiesto dunque un’ulteriore riflessione al Governo e rapide verifiche per capire se non sia possibile tornare su quelle decisioni”. E proprio qui nasce lo spiraglio: l’idea condivisa dall’esecutivo è che, ogni due settimane, sarà fatto un check a tutte le misure previste dal decreto per trovare eventuali aggiustamenti. La prima di queste è stata fissata per metà maggio.
“Il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, modificando periodicamente nel dl sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco – ha sottolineato il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, impegnata in queste ore in un difficile lavoro di mediazione tra le parti – nel decreto ci sarà scritto il 70% ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”.