Identità e differenze

Coprifuoco alle 22 sotto accusa, ma gli italiani non sono così “sfortunati” rispetto ad altri Paesi

La situazione in Europa: tra chi anticipa di tre o due ore, chi invece ha lo stesso orario e chi lo ha posticipato

Primo giorno di zona rossa, la situazione a Savona

Liguria. Coprifuoco dalle 22, una norma in vigore in Italia da novembre. Tante le polemiche in questi lunghi cinque mesi, con alcuni che hanno visto in questa restrizione “il più grande smacco alla libertà personale”. In questi giorni il dibattito si è fatto più acceso, con la pressione delle Regioni sul governo. La richiesta era di spostarlo alle 23 per tutti oppure, come proposto dal presidente Giovanni Toti di consentire ai clienti dei ristoranti di tornare a casa più tardi esibendo lo scontrino. Una battaglia persa, almeno finora. Palazzo Chigi, infatti, ha dato la disponibilità a modificare in corso d’opera l’ultimo decreto che sarà in vigore fino al 31 luglio.

Ma se in Italia questo orario sta stretto a molti, soprattutto in vista delle riaperture e della stagione estiva, e giorno dopo giorno crescono le lamentele e i dissapori, com’è la situazione nel resto dell’Europa?

Partiamo dalla Francia, dove le regole sono più ferree. Oltrepassando il confine, infatti, l’obbligo di rientrare nelle proprie case è fissato dalle 19 alle 6, ben tre ore prima rispetto al nostro Paese. Ma non solo, fino al 3 maggio (data di riapertura di negozi, attività culturali e bar e ristoranti con spazio all’aperto) i francesi non potranno spostarsi oltre il raggio di 10 km dalla propria abitazione.

Due ore di “libertà” in meno, invece, per l’Austria, ma solo fino ad oggi. Il coprifuoco dalle 20 non sarà più attivo, tranne in alcune zone come Vienna e la Bassa Austria, dove resterà in vigore fino al 2 maggio. Stesso orario anche per la Romania, nonostante le accese proteste dei cittadini.

L’ora “X” del coprifuoco per Belgio e Olanda corrisponde a quella dell’Italia, ovvero le 22, ma in entrambi i Paesi la data di scadenza è anticipata rispetto allo Stivale. In Belgio, sarà in vigore fino all’8 maggio: dopo 7 mesi si allenteranno quindi le restrizioni che, però, stabiliranno il divieto di incontrarsi in più di 3 persone dalle 24 alle 5. Più fortunati, invece, gli olandesi che dopo dure battaglie e proteste, dovranno attendere fino al 28 aprile, data in cui riapriranno anche i cafè all’aperto.

Per quanto riguarda la Germania, che ancora non aveva previsto il coprifuoco notturno a livello nazionale, dopo un acceso dibattito politico e alcuni scontri, la decisione è stata di fissarlo dalle 22 (e non dalle 21 come da prime indiscrezioni) alle 5, ma esclusivamente nelle zone in cui si supereranno 100 contagi per 100mila abitanti.

Scenario diverso in Spagna, dove si sono aperte le frontiere, non è previsto l’obbligo di quarantena per i turisti e si è dato il via libera alla movida. Una quasi totale riapertura che, però, non ha detto addio al coprifuoco, in vigore dalle 23 alle 6 almeno fino al 9 maggio, quando scadrà lo stato di allarme nazionale.

L’obiettivo è imitare Regno Unito e Israele, paesi in cui la campagna vaccinale ha permesso un quasi totale ritorno alla normalità, anche se nei mesi precedenti in Gran Bretagna si è dovuto fare i conti con un lockdown di più di 90 giorni. Eliminato il coprifuoco, dunque, così come in Portogallo, che sta procedendo a graduali riaperture, e negli Stati Uniti. Ci sono poi nazioni, come la Russia o la Svezia, che non hanno mai imposto un coprifuoco notturno.

Spostandoci in America Latina, le restrizioni riguardano solo alcune aree: coprifuoco dalle 20 a Buenos Aires, a Rio de Janeiro e 8 province dell’Ecuador.

 

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