Piazza sisto

Chiusure Covid, a Savona la manifestazione dei commercianti: “Vogliamo riaprire, le nostre attività sono in sicurezza”

Bertino: "I Ristori devono essere più sostanziosi: è impensabile che un'attività possa sopravvivere, nel periodo di chiusura, con soli 2- mila euro"

Savona. “Siamo stufi di stare chiusi. Vogliamo riaprire, le nostre attività sono in sicurezza. Non è nel nostro locale, nel nostro ristorante, nel nostro bar o nel nostro pub che le persone vengono contagiate. Le attività vengono sanificate e sono in sicurezza, perciò chiediamo di riaprire”.

Così il presidente di Fipe Savona, Pasquale Tripodoro, riassume le richieste degli imprenditori della ristorazione che, questa mattina, si sono radunati in piazza Sisto IV a Savona per partecipare alla manifestazione lanciata a livello nazionale dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

La manifestazione savonese si tiene in contemporanea con quella di Roma e che è stata promossa per chiedere direttamente al governo ed alla politica in generale, un impegno preciso: una data della ripartenza e un piano per farlo in sicurezza. “Vogliamo una data certa – ribadisce Tripodoro – Oggi riuniremo un direttivo e studieremo le prossime iniziative e le richieste da inviare al presidente della Regione Giovanni Toti affinché siano inoltrate a Roma”.

In piazza c’erano anche i rappresentanti di Confcommercio. Il presidente provinciale Vincenzo Bertino spiega: “La nostra associazione ed i nostri associati sono moderati, ma in questo contesto è difficile mantenere questa moderazione. Abbiamo voluto partecipare anche noi a questa manifestazione per sottolineare ancora una volta la necessità e l’importanza della campagna vaccinale. Solo tramite le vaccinazioni sarà possibile abbattere i contagi e, dunque, iniziare le riaperture”.

“Il Governo ci farà riaprire il più presto possibile – aggiunge – ma poi sarà necessario che lo stesso Governo, i Comuni o comunque le istituzioni riducano (e non di poco) le tasse, almeno per quest’anno. Altrimenti non si andrà da nessuna parte. Gli stessi Ristori devono essere più sostanziosi: è impensabile che un’attività possa sopravvivere, nel periodo di chiusura, con soli 2- mila euro. Bisogna fare di più”.

Da qui la scelta di Confcommercio di “essere a fianco degli associati”. Che hanno patito danni non indifferenti: “Il presidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l’Italia Carluccio Sangalli ha reso noto che a fine 2020 i ‘non consumi’ ammontavano ad oltre 100 miliardi. Una grossa parte di questa cifra è riconducibile al settori dei pubblici esercizi e della ristorazione. Ma ovviamente non ci sono solo loro: non dimentichiamoci dei parrucchieri, delle palestre e di tutte quelle altre categorie che stanno soffrendo e vorremmo vedere riaperte il prima possibile. Ma non si può aprire in una situazione di rischio: bisogna continuare a vaccinare. Su questo fronte qualcuno non è stato serio e bisogna che il Governo intervenga”.

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