Liguria. “Sono numeri che devono far riflettere quelli relativi alle dosi di vaccino anti-covid somministrate in Liguria al personale scolastico. La regione, infatti, come riportato da Il Sole 24 Ore, risulta fanalino di coda per inoculazioni, ferma all’1%, insieme a Lombardia e Sardegna. A fare da contraltare, la vicina Toscana è già arrivata a quota 69%, con una media nazionale che viaggia al 32%. I dati forniti dal Governo, aggiornati in data odierna, marcano 173 persone, che fanno parte del personale scolastico e che avrebbero ricevuto almeno la prima dose di vaccino”. A dichiararlo è il vice presidente della Commissione II e capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino.
“Rimaniamo sconcertati da questo numero – prosegue Pastorino -, anche se non ci sorprende, ma ci sorge un dubbio. Chi sono queste 173 persone che hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino anti-covid se le vaccinazioni erano prenotabili da martedì 9 marzo e vengono effettuate a partire da lunedì 15 marzo? Quando diciamo che il sistema vaccinale in Liguria è al caos, diciamo esattamente questo”.
“Se da una parte – si chiede – la Liguria risulta indietro rispetto alle somministrazioni totali dei vaccini anti-covid, dall’altra il dato relativo alle inoculazioni nel mondo scolastico evidenzia una contraddizione in termini: chi rientra in quell’1% se le prime dosi verranno somministrate a partire da lunedì prossimo?”
“Ci piacerebbe pensare che questo doppio dato (173 persone vaccinate corrispondente all’1%) sia personale scolastico che è già stato vaccinato ma, in teoria, questo sembrerebbe impossibile, come abbiamo spiegato poco prima – aggiunge il consigliere regionale Pastorino. Questo dimostra l’attenzione, nulla, del presidente nonché facente funzione alla Sanità Giovanni Toti verso il mondo della scuola”.
“Naturalmente – conclude – ci permettiamo di dirlo prima, perché sia comprensibile, bisogna vaccinare tutto il personale scolastico di ogni ordine e grado, ma bisogna aggiungere assolutamente, per la salvaguardia del sistema, anche quello degli appalti (mense scolastiche etc.). È necessario farlo per aumentare la resistenza del sistema, scelta d’altronde già applicata dentro il comparto sanità e che, autonomamente, è stata già decisa anche dall’università”.