Discussione

Titanio nel Beigua, Scajola: “Non sarà toccato nemmeno un granello di terra”. Pd: “Perplessi e dubbiosi”

"La Regione è contraria ad attività estrattive nelle aree protette". I Dem: "Poca chiarezza rispetto agli atti"

Titanio Beigua

Regione. Nel corso del consiglio regionale di questa mattina sono state presentate due interrogazioni riguardanti la ben nota questione del “titanio dei Beigua”, la prima da Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno) e sottoscritta dai colleghi del gruppo, la seconda da Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini) e sottoscritta dai colleghi del gruppo.

Rossetti ha chiesto alla giunta se è confermata la posizione dichiarata dall’assessore Scajola e dal voto dell’attuale maggioranza nel 2018 e di scongiurare la ricerca propedeutica all’insediamento di un’attività estrattiva limitrofa al Parco del Beigua. Il consigliere ha ricordato che il 24 novembre 2020 l’assessore aveva dichiarato che non è stato presentato nulla alla Regione quindi non c’è una richiesta e un progetto. In aula Rossetti ha chiesto chiarimenti su un argomento presentato in giunta sul tema il 12 marzo scorso.

Mai ha chiesto alla giunta quale sia la posizione della Regione rispetto all’ipotesi di estrazione del titanio nell’area del Monte Tarinè, alla luce del decreto dirigenziale 1211 del 2021, con cui ha espresso parere favorevole alla ricerca su un’area di 229 ettari. Mai ha ricordato che la Regione aveva già espresso un rifiuto in un decreto del 2015 su un’analoga richiesta che prevedeva, rispetto a quella presentata nel 2020, la differenza di poter raccogliere qualche campione superficiale.

L’assessore al Demanio Marco Scajola ha esordito: “Questo argomento è facilmente oggetto di strumentalizzazione politica, sul quale sono intervenuti anche alcuni europarlamentari”. Come già avvenuto quando ha risposto ad altre interrogazioni in aula sullo stesso tema, l’assessore ha ribadito la netta contrarietà della giunta ad attività estrattive nella zona.

Rispetto alla richiesta di studio avanzata da una società, Scajola ha ribadito: “Non sarà toccato nemmeno un granello di terra in quel territorio” e ha ricordato che le ispezioni sono state autorizzate dalla Regione per un’area inferiore rispetto a quella richiesta e, comunque, fuori dal Parco dei Beigua”.

“L’atto dirigenziale è stato adottato in autonomia dalle strutture competenti, perché non rispettare le leggi comporta il reato di abuso d’ufficio. I miei collaboratori sanno della nostra posizione di contrarietà totale. È impossibile aprire un’attività estrattiva nel parco, ma questo non impedisce di dare parere favorevole a un’attività di ricerca non invasiva, attività che sui 250 ettari vede la totale esclusione dell’area compresa nel parco del Beigua mentre 200-220 ettari ricadono nel territorio di Urbe. È ovvio che si apra una riflessione sul fatto che il Comune di Urbe potrebbe essere interessato a entrare nel parco del Beigua. Indubbiamente ci sono elementi che aiutano il territorio a tutelarsi anche da una ricerca estrattiva non invasiva”.

Scajola, comunque, ha voluto “convocare i due sindaci dicendo che valutiamo con loro e ci difendiamo insieme a loro. Noi sposiamo in pieno la linea che arriva dai territori. Non sono né a favore dell’estrazione né contrario tout court. In Liguria ci sono circa 2mila famiglie che vivono di questo lavoro. Intraprenderemo tutte le azioni per tutelare il nostro territorio e su questo la visione politica non è cambiata pur nel rispetto di quanto i tecnici hanno voluto valutare. I nostri tecnici non sono impazziti e comunque voglio ricordare che si parla di ricerca e non di nuove attività estrattive, e la legge non consente il processo alle intenzioni”.

Rispetto al documento portato in giunta l’assessore ha spiegato che “questo ribadisce, ancora una volta, l’orientamento dell’Ente, che resta contrario ad attività estrattive nelle aree protette, valorizza le proprie ricchezze naturalistiche e ambientali ed è attento alle istanze che emergono dal territorio”.

Ma il gruppo Pd è tornato all’attacco: “Speravamo che la Giunta fosse più chiara e netta sulla contrarietà alla ricerca di titanio nelle aree intorno al Parco Beigua autorizzata dagli uffici con decreto dirigenziale lo scorso 26 febbraio” dichiara il consigliere Pd Pippo Rossetti. “Ha fatto scalpore l’affermazione oggi in aula dell’assessore Scaiola in risposta all’interrogazione del Gruppo Pd, che ha ribadito il linguaggio usato nella decisione di Giunta di qualche giorno fa in cui si afferma “espressa contrarietà ad autorizzare attività invasive… In un’area vincolata e di rilevante interesse ambientale”.

“Quali sarebbero sono le attività estrattive non invasive che implicitamente la Giunta sosterrebbe?” si domanda il consigliere Pd Roberto Arboscello. “Non vorremmo che la Giunta regionale usasse due pesi e due linguaggi: ai cittadini del territorio dice di essere contraria, ma poi in Aula sostiene gli uffici che han dato l’autorizzazione a cercare il titanio perché non avrebbero consentito scavi ma solamente prelievi di terreno”.

“Questa ricerca è evidentemente propedeutica all’attività estrattiva che è incompatibile con i vincoli ambientali e contraddice le politiche socio economiche della zona mettendo a rischio la tutela della salute delle persone. «La Giunta anziché nascondersi dietro al parere meramente tecnico degli uffici, dovrebbe bloccare ogni iniziativa propedeutica alla miniera sul Tariné così come votato da tutte le forze politiche del Consiglio regionale nel 2018” concludono i consiglieri Dem.

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