Alassio. “Ringrazio la magistratura giudicante della Corte d’Appello per non essersi fatta condizionare da un processo nato come politico ad una classe dirigente”
È questo il commento a caldo del sindaco di Alassio Marco Melgrati, per il quale oggi è arrivata l’assoluzione (perché “Il fatto non sussiste”) nell’ambito del processo “Spese Pazze” in Regione, relativo ai i bilanci degli anni tra il 2010 e il 2012.
“Un’assoluzione piena rende giustizia a quel che abbiamo fatto, – ha proseguito Melgrati, con evidente soddisfazione. – Sono veramente stupito e commosso di questa sentenza, anche perché ero sicuro di non aver fatto nulla di quello che era contestato”.
“Non ho mai pensato di rubare soldi alla Regione e il peculato prevede che io fossi cosciente del fatto che avevo fatto una cosa incredibile, cioè rubare 3.800 euro. Pensare che uno come me possa fare una cosa del genere è veramente umiliante e offende la mia intelligenza”.
“Non me l’aspettavo, ma avevo la speranza che avremmo avuto almeno una derubricazione all’altro codicillo che prevede non la sospensione della Severino, ma una condanna per uso improprio o un errore nell’uso dei fondi”, ha concluso Melgrati.
Evidentemente e comprensibilmente soddisfatto dalla decisione della Corte d’Appello anche lo storico legale di Melgrati, l’avvocato Franco Vazio, che si è così espresso a margine della sentenza: “Questa sentenza, con coraggio ed equilibrio, ha restituito all’arch. Marco Melgrati la serenità che un processo lungo e complesso gli aveva tolto; con imputazioni plurime e gravissime per reati di falso e di peculato”.
“Un’assoluzione che accoglie le tesi difensive che erano state messe in campo sin dal primo momento: il fatto non sussiste. Marco Melgrati esce anche da questo processo a testa alta. Leggeremo nei prossimi giorni le motivazioni, ma non posso che essere felice per questa decisione che corona un enorme lavoro fatto nella convinzione che Marco Melgrati fosse innocente ed estraneo alle accuse allo stesso contestate”.
“Resta il ‘vulnus’ della sospensione dalle funzioni di amministratore che ha privato la città di Alassio del sindaco eletto; certo questo è il passato, e davanti lui ora c’è solo una sentenza coraggiosa e giusta che restituisce futuro e speranza. Però sul ‘vulnus’, sulle procedure automatiche di sospensione dalle cariche elettive, senza valutazioni di merito e di gravità, una riflessione sarebbe necessaria svolgerla“, ha concluso Vazio.