Liguria. Una sola dose di vaccino per chi ha già contratto il Covid-19 da più di sei mesi. Dopo gli ultimi studi della comunità scientifica italiana, è questa la linea imboccata da Aifa che potrebbe rappresentare una vera e propria svolta per la campagna vaccinale.
Dello stesso parere è anche Giancarlo Icardi, epidemiologo e direttore dell’unità operativa di igiene dell’ospedale San Martino di Genova: “Sui soggetti che hanno avuto il Covid da più di sei mesi è possibile somministrare una sola dose anziché due. È come se il vaccino facesse da booster a chi ha il sistema immunitario già stimolato dalla malattia. Chi è guarito da meno di sei mesi, invece, si considera immune naturale“. Alla base di queste considerazioni c’è anche uno studio portato avanti proprio negli ultimi giorni dalla Sita, società di terapia antinfettiva diretta da Matteo Bassetti.
Una scelta che, se verrà confermata come ormai sembra scontato, permetterà di risparmiare complessivamente almeno 75mila dosi in Liguria. I casi totali registrati, infatti, sono ad oggi più di 78mila ai quali vanno sottratti oltre 3.600 morti. Nell’immediato andrà somministrata una dose a chi è guarito prima dell’inizio di settembre (circa 8mila persone), tutti gli altri (per ora circa 60mila, più tutti quelli che si aggiungeranno) la riceveranno gradualmente nei prossimi mesi. In ogni caso non sarà necessario il richiamo.
L’altra ipotesi è quella di posticipare la somministrazione della seconda dose agli under 65 che devono ricevere il vaccino AstraZeneca. La scheda tecnica raccomanda il richiamo dopo 10-12 settimane, ma secondo gli esperti l’efficacia non sarebbe compromessa se questo intervallo temporale si allungasse. “Agli over 80 verrebbero comunque garantite le due dosi, così come agli estremamente vulnerabili”, precisa Icardi rispondendo quindi ai timori di tanti anziani che hanno ricevuto il primo vaccino e che temono di non essere immunizzati.
Indicazioni – condivise peraltro dal presidente ligure Giovanni Toti che ieri auspicava questa svolta – che a livello nazionale consentiranno di sbloccare qualcosa come 2 milioni di dosi AstraZeneca, da usare per vaccinare altre persone. Tutto dovrebbe poi confluire nel nuovo piano che Francesco Paolo Figliuolo, il generale dell’esercito che ha sostituito ieri il commissario Domenico Arcuri, dovrà approntare in sinergia col ministero della Difesa e la Protezione civile.