Commissione

Savona, perplessità su regolamento campo nomadi: “Nessun piano preciso e condiviso”

Diverse criticità sul futuro dell'area elencate da associazioni, sinti e alcuni consiglieri

campo nomadi molassana

Savona. “C’era bisogno di un piano preciso e condiviso prima di stilare un regolamento con un arco temporale ben stabilito“. E’ questo il fulcro della questione discussa oggi nel corso della terza commissione consigliare sul regolamento approvato per l’utilizzo e la gestione temporanea dell’area ubicata in via Fontanassa, in fregio al campo di atletica, attualmente occupato da alcune famiglie di origine sinti.

Ad accendere una nota polemica sono le associazioni Arci, Sant’Egidio e Caritas, oltre i Sinti – rappresentata da Mario Re – e alcuni consiglieri di opposizione. “Quando si approva un regolamento di solito prima si ascoltano i diretti interessati, è giusto perciò che questa commissione rimedi a una mancanza dell’amministrazione” ha commentato Franco Zunino di Arci Provinciale, che ha sintetizzato l’insoddisfazione delle altre associazioni presenti in video-collegamento. Ad appoggiare la visione il consigliere di sinistra Paolo Apicella che ha commentato: “Non c’è stato un confronto, come richiedono altre documentazioni, con gli interessati prima della presentazione del regolamento”.

Ma oltre questi aspetti, il consigliere pentastellato Manuel Meles si dichiara perplesso anche sulla vera applicabilità del regolamento: “Il precedente non è mai stato applicato, chi ci dà la sicurezza che venga fatto ora? Se non è accompagnato da step e obiettivi di medio-lungo periodo non porta nessun risultato”. In risposta arriva il comandante della polizia municipale di Savona, Igor Aloi, che afferma: “Il precedente regolamento non è stato applicato perchè prevedeva il comitato di gestione, che non è potuto intervenire. Furono sentiti dal sindaco i residenti del campo: Mario Re e la moglie. La situazione è veramente tragica. Quell’area di sosta vissuta da nomadi con abusi edilizi, impianti elettrici non sicuri ormai da tempo deve essere portata alla normalità”.

In occasione, è intervenuto anche l’assessore Levrero, che ha cercato di dare le risposte ad alcuni interrogativi avanzati dalle associazioni: “Questo regolamento è il seguito di uno già varato nel 2015 e ampiamente discusso – ha specificato -. La vera sostanziale modifica è la durata, la transitorietà: l’area deve essere destinata al campo d’atletica come era stato già stabilito in precedenza. Se esistono motivi amministrativi o di altra natura può essere modificato, in caso di necessità estrema può essere prorogato“. E’ così che il termine posto al 31 dicembre 2022 per lo sgombero del campo può essere ridefinito.

“Quel campo ha avuto e ha alcune criticità che non sono tollerabili – continua l’assessore -: situazioni di pericolo non compatibili con l’attuale vivenza degli occupanti. Volontà della Giunta è quella di eliminare queste criticità, alcune di queste sono già state sistemate, altre lo saranno a breve. Il comune tiene in considerazioni necessità integrative nel rispetto delle persone. Ci sarà così un impegno costante dell’amministrazione per il rispetto e l’allocamento in case popolari delle persone coinvolte, con eventuali modifiche al regolamento e audizioni per ascoltare gli interessati” conclude Levrero.

Attenta alle necessità e alle libertà della comunità Sinti si dichiara anche l’assessore al sociale Ileana Romagnoli che evidenzia: “La comunità deve essere messa in condizioni di essere libera e scegliere come vivere, anche secondo una cultura concettualmente più nomade. Noi lo rispettiamo. Il regolamento va a delimitare alcune precisazioni di sicurezza, ma non si concentra sul fattore etnico“.

“E’ necessario tenere presente tutte le richieste e le esigenze, anche di chi vuole rimanere nel campo” ha affermato infatti De Rosso, rappresentante della comunità di Sant’Egidio; parole che si uniscono a quelle di Mario Re, che ha portato la sua esperienza diretta dal campo: “Sono 35 anni che vivo in quest’area, ormai ho 80 anni e vorrei rimanere qui ancora qualche anno. Ringrazio tutti coloro che si interessano alla nostra situazione e chi cercherà una soluzione diversa”. “La speranza è quella che il regolamento possa essere migliorato, colmato. E’ sempre necessario stare dalla parte dei cittadini, anche delle minoranze” ha concluso Marco Barbaldi, della Comunità Caritas.

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