Proposte

Savona 2021, Europa Verde a Russo: “Realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030”

"Occorre una chiara inversione di tendenza rispetto alle politiche del passato"

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Savona. “Oggi dinanzi alla gravità dei compiti che ci aspettano riteniamo necessario chiamare la cittadinanza ma soprattutto la politica e le istituzioni ad un atteggiamento responsabile, che si faccia carico dei problemi futuri, abbandonando polemiche ormai sterili e inutili su chi e come sia stato gestito il territorio per porsi obiettivi e traguardi in grado di realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e soprattutto di favorire scelte politiche adeguate all’attuale situazione climatica e atta a contrastare il dissesto idrogeologico”.

Questa la premessa delle proposte relative al programma urbanistico cittadino che Europa Verde ha presentato al candidato della coalizione di centro sinistra Marco Russo e alle altre forze che lo sostengono. “In particolare si rende necessario e prioritario per ogni persona e per ogni comune dare il proprio contributo alla lotta al cambiamento climatico perchè noi siamo custodi e non padroni di questo pianeta in una logica di ecologia integrale come proposto dalla Laudato sì di Papa Francesco”.

“Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore di Protezione Ambientale) il consumo di suolo in Italia non conosce soste, pur segnando un importante rallentamento negli ultimi anni. Dopo aver toccato anche gli otto metri quadrati al secondo negli anni 2000 (tra i sei e sette metri quadrati al secondo è la media degli ultimi cinquanta anni), il rallentamento iniziato negli anni 2008-2013 a causa della crisi economica si è consolidato negli ultimi due anni con una velocità ridotta di consumo del suolo, che però sistematicamente e ininterrottamente continua, a ricoprire aree naturali e agricole con asfalto e cemento, fabbricati residenziali produttivi , centri commerciali, servizi e strade. Sono questi i dati riportati nella sintesi della proposta di legge di iniziativa contro il consumo del suolo del Forum Salviamo il Paesaggio”.

“Questo dato rende palese, se ancora fosse necessario, la gravità della situazione in tema di consumo del suolo e soprattutto la stretta connessione fra questo fenomeno, il cambiamento climatico e il dissesto territoriale su cui ogni ente locale è chiamato ad intervenire anche perché mai più vorremmo assistere a gravi fenomeni come la distruzione di Cà di Ferré o il tragico crollo del cimitero di Camogli. In tal senso bisogna invertire la tendenza degli ultimi anni considerando la manutenzione del territorio come un investimento, che ripaga non solo da un punto di vista economico (andando a stemperare i danni stessi del dissesto idrogeologico che costano milioni al nostro territorio) ma anche e soprattutto di benessere sociale (basta considerare i disagi e le tragedie figlie di questo fenomeno)”.

“Evidentemente occorre comunque una chiara inversione di tendenza rispetto alle politiche del passato”. Le proposte riguardano il piano urbanistico comunale, mercato del lavoro, edilizia popolare e recupero edilizio.

“Il Piano Urbanistico Comunale, espressione della volontà cittadina, deve essere lo strumento di indirizzo delle politiche urbanistiche cittadine, rimanendo ben fermo il principio secondo cui la scelta pubblica deve stabilire l’an (il se) e il quando costruire e magari dettare regole e incentivi sul quomodo (in quale modo) costruire sotto il profilo di obiettivi primari di efficienza energetica”

Per quanto riguarda il lavoro “sicuramente oggi si opera in una condizione di mercato molto difficile con una crisi, che sta colpendo in modo serio pure il settore delle costruzioni. Su tali basi riteniamo indispensabile dare risposte a lavoratori e lavoratrici del settore e a chi cerca casa a condizioni di normalità (giovani coppie, anziani, famiglie numerose). Sotto questi profilo crediamo che la manutenzione e soprattutto il recupero edilizio debbano divenire la cifra su cui il Comune deve orizzontare il mercato, ribadendo che ogni futuro strumento urbanistico anche di iniziativa privata deve porsi obiettivi di riduzione dei volumi edilizi complessivi in una ottica di riduzione del suolo consumato, efficienza energetica, alberature e spazi verdi da proporzionare alla qualità e dimensione dell’intervento, percentuali destinate all’edilizia popolare, al social housing, all’edilizia agevolata ed eventualmente alla sperimentazione del cohousing”.

L’edilizia popolare “può giustificare interventi di iniziativa pubblico – privata in aumento del consumo di suolo in alcune e limitate porzioni di aree ma a ciò deve corrispondere la specificità dell’intervento agli aspetti sociali e a una diffusa presenza di verde e di coperture arboree oltre al massimo di efficienza energetica”.

“In questo contesto bisogna anche riflettere su tre elementi: l’aumento della copertura arborea è di estrema importanza per ridurre l’impatto del calore percepito e del cambiamento climatico, la necessità di garantire in primo luogo abitazioni alle persone svantaggiate o che non possono reggere il peso di mutui e/o affitti esosi, l’ efficienza energetica può significare anche la crescita della ricerca scientifica sui materiali legata all’attività del Campus Universitario”.

“Non deve essere sostenuta in alcun modo il fenomeno della perequazione ovvero lo spostamento dei volumi edilizi da una zona all’altra della città come avviene in altri comuni poiché ciò è contrario ad ogni logica di pianificazione urbanistica ed introduce un sistema di “baratto delle aree”, opposta ad ogni idea di pianificazione e di riduzione del consumo del suolo”.

“Pensiamo infine che sia necessario puntare al riuso delle cascine delle Opere Sociali di N.S. di Misericordia da inserire in un progetto globale di agricoltura sociale volto al recupero di situazioni di disagio ma anche a favorire nuove opportunità occupazionali e dare priorità di investimento al recupero edilizio rappresenterebbe anche un’operazione di tipo culturale oltre che occasione per riqualificare aree della città ed incrementare il decoro urbano. Un esempio tra tutti potrebbe essere il tentativo di recupero del complesso San Giacomo, luogo molto caro si savonesi come anche dimostrato dalle classifiche del FAI”.

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