Preoccupazione

Rabbia di una figlia in attesa del vaccino a domicilio per il padre: “Se prende il Covid, muore”

"Ha 97 anni e diversi problemi di salute, ho paura". L'Al2: "Si partirà a regime nei prossimi giorni, la pianificazione non è facile"

vaccino covid

Savona. “Stia serena e abbia fiducia”. È questa, a quanto racconta, l’unica risposta ricevuta dalla savonese Laura Pasi dopo le numerose chiamate all’Asl e al medico di famiglia per avere maggiori informazioni riguardo alla vaccinazione a domicilio del padre 97enne.

Non l’unico, ma uno dei tanti casi che si stanno verificando in tutta la regione. “Mio padre non sta bene, ha molte problematiche, è cateterizzato da anni e non deambula. Se prende il Covid, muore – afferma  Laura con rabbia mista a desolazione – L’unica soluzione è che gli venga somministrato il vaccino a domicilio”.

“E’ un disastro per tutti coloro che si trovano nella stessa situazione – sottolinea – Anche se non possono uscire di casa, hanno bisogno di cure e chi li frequenta non è vaccinato. Non solo noi parenti, ma anche le badanti”.

“Da più di un mese – aggiunge –  cerco informazioni per capire quando sarà vaccinato, ma nessuno riesce a darmi indicazioni precise. L’unica cosa che mi è stata detta è che il medico di famiglia l’ha segnalato nell’elenco apposito”.

Ancora non si conoscono le date. Dei 13.400 liguri non deambulanti, con più di 80 anni o disabili gravi, che hanno diritto alla vaccinazione a domicilio, solo pochissimi hanno ricevuto la loro dose, ma l’Asl2 assicura di essere a lavoro.  A nostra richiesta di chiarimenti, infatti, l’azienda ha fatto sapere che sta cercando di organizzare nel migliore dei modi la vaccinazione a domicilio. Ad oggi sono state effettuate 49 vaccinazioni domiciliari, tutte relative a persone ‘non deambulanti’ e ‘ultravulnerabili’ seguite dalle cure domiciliari e residenti in piccoli centri dell’entroterra (Calizzano; Bardineto, Murialdo, Osiglia, Onzo; Vendone, Arnasco; Balestrino; Toirano, Castelvecchio di Rocca Barbena). Le giornate di vaccinazione, iniziate l’8 marzo, sono state 4. La programmazione partirà a regime nei prossimi giorni con una previsione di circa 20 dosi giornaliere (vaccino Moderna). La somministrazione viene effettuata con squadre dedicate e composte da medici e infermieri.

Una pianificazione non facile, in quanto si deve tenere conto di diversi fattori come le difficoltà nel trasporto, date le basse temperature a cui deve essere conservato il vaccino. Ma non solo, da ogni fiala devono essere ricavate 10 dosi, quindi l’organizzazione deve essere capillare in modo da non sprecarne alcuna, così come la gestione delle squadre che si occuperanno di inoculare il vaccino anti covid. Inoltre dovranno essere individuate tutte le persone che necessitano del servizio a domicilio attraverso l’incrocio degli elenchi dei medici di famiglia con quelli dell’Asl. Senza contare le problematiche relative al ritardo delle consegne e alla disponibilità di dosi.

In questo contesto, però, la preoccupazione dei cittadini cresce giorno dopo giorno. Il tempo passa e le informazioni continuano ad essere poche, la paura è che nel frattempo l’anziano si ammali e che il vaccino gli possa  salvare o per lo meno allungare la vita.

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