Nera-mente

Pandemia mafiosa

"Nera-Mente" è la rubrica di Alice, appassionata di criminologia

nera mente 13 marzo 2021

Negli ultimi decenni le mafie si sono trasformate. I boss sono passati dall’essere capi di bande di strada ad amministratori ed investitori in giacca e cravatta.
Sono diventate delle vere e proprie multinazionali. E, come le altre organizzazioni, sono state colpite dalle limitazioni conseguenti al lockdown. I locali chiusi, fonte stabile di guadagni nonché mezzo utile al riciclaggio di denaro sporco, le circolazioni limitate per lo smercio di droga e organi umani, hanno infatti inciso sugli introiti delle grandi cosche.

Ma, come sempre, queste sono state in grado di trarre profitto anche da questo tragico disastro mondiale. La pandemia e le instabilità psicologiche da questa causate hanno offerto al crimine organizzato qualcosa di ancora più importante dei soldi, ossia la possibilità di rafforzare il controllo sul territorio.
Moltissime famiglie, è sotto gli occhi di tutti, si trovano in situazioni economiche tragiche, non riuscendo a far quadrare i conti se non addirittura ad arrivare a fine mese. Le mafie, in questo caso, hanno cominciato a offrire denaro e provviste alimentari. La Camorra, ad esempio, ha sospeso la richiesta del pizzo, cominciando a regalare zucchero, caffè e pasta. Perché? Per far passare questo messaggio: lo Stato è cattivo, noi siamo molto più generosi!

Ma se si accetta un favore dalla mafia, prima o poi, si sa, verrà chiesto qualcosa in cambio: votare per un determinato candidato, nascondere una persona o un pacco, prestare un telefono…

Un altro risvolto dell’operato della mafia in questa circostanza pandemica è l’usura. Diverse persone che versano, appunto, in gravi difficoltà economiche, si ritrovano costrette a rivolgersi agli usurai, il cui “tasso di interesse” arriva anche al 250% della somma “gentilmente” concessa. E non solo: lo strozzino in questione può pretendere addirittura di prendere in mano le redini dell’azienda in crisi, se il debitore non può pagare.

E questo è sotto gli occhi di tutti: oltre 43mila aziende italiane hanno cambiato proprietà tra aprile e settembre del 2020.In questo particolarissimo momento storico ci troviamo in un’emergenza sanitaria, e, anche qui, come non approfittarne? Ad esempio ottenendo appalti legati alla distribuzione di presidi medicali, così come  allo smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri. E lo smaltimento di rifiuti, è ben noto, è da sempre nel mirino della criminalità organizzata, camorra in primis.

Una tavola molto più che ghiotta che riguarda anche le opere di ristrutturazione delle Rsa, dove non mancheranno assegnazione di appalti e forniture di dispositivi sanitari.

A tutto ciò c’è da aggiungere il guadagno sui farmaci, la possibile (se non probabile) infiltrazione mafiosa nel giro dei vaccini.

E in ultimo, non per importanza, l’aumento dei reati online: nell’ultimo anno, che ha visto moltissime persone chiuse in casa, c’è stato un netto aumento di questi ultimi. Solo nei primi quattro mesi dell’anno scorso si sono registrati un totale di transazioni fraudolente pari ad oltre 20 milioni di euro, un aumento del 600 per cento nel numero di email di phishing in tutto il mondo, con sfruttamento di temi correlati al Coronavirus per raggirare persone fisiche ed aziende.

Si tratta quindi di una vera e propria pandemia mafiosa, che silenziosa e infima si è ben adattata al clima di restrizioni e terrore che si è creato ultimamente.

“Nera-mente” è una rubrica in cui parleremo di crimini e non solo, scritta da Alice, studentessa ed aspirante criminologa: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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