Tradizione

Finale Ligure, oltre 60 anni di attività per lo storico bar “Fugardo”

Il Sindaco Ugo Frascherelli omaggia la storica titolare Gianna Resio con una targa

Finale Ligure. Questa mattina a Finale Ligure la Signora Giovanna Resio ha ricevuto una targa con la quale il sindaco Ugo Frascherelli e tutta l’amministrazione comunale hanno voluto renderle omaggio per i 60 anni di attività del Bar Fugardo.
Una piccola cerimonia che si è svolta nella sala consiliare del Comune di Finale Ligure nel rispetto delle normative anti Covid, per celebrare un anniversario importante tanto per la Famiglia Fugardo quanto per i finalesi.

Un bar-ristorante che aprì i battenti esattamente il 19 Marzo 1961 e che nel tempo ha visto passare diverse generazioni di finalesi, perché tutti, almeno una volta nella vita a partire da quella data, sono stati in Salita del Grillo a Finale al bancone del Bar Fugardo. Un’attività amata quanto i suoi proprietari, che deve la sua longevità al calore, a quei modi accoglienti che li contraddistinguono ancora oggi.

Freschi sposi di quattro mesi, Giovanna Resio e Arnaldo Fugardo inaugurarono il bar-ristorante senza dargli un nome e quindi senza insegna, e così appare ancora oggi. A Finale, comunque, basta dire “vado dalla Gianna” o “da u Fugardo” e tutti sanno dove si trova.
Lo storico Bar Fugardo ha visto nella sua gestione anche la collaborazione dei figli, il compianto Enrico e Stefano, e della nuora Luciana.

“Un tempo, non era raro a pranzo trovare seduti sedia con sedia un ministro della Repubblica, come Donat Cattin, e la sua famiglia con una squadra di muratori, che insieme disquisivano di politica o della buridda della Gianna. Erano gli anni in cui la vita sociale si svolgeva nei bar. Al Bar Fugardo tutti, finalesi e “foresti” si sentivano a casa, perché noi stessi volevamo che fosse un luogo ospitale, aperto. Come nel libro Bar Sport di Stefano Benni, tutti avevano un soprannome e, per una carta mal giocata a tresette si perdeva l’onore, ma mai una lira. Le lunghe discussioni su politica, donne, motori e cucina finivano in scommesse su chi avrebbe mangiato più uova sode o frittelle di carciofi. I giovani e i vecchi condividevano lo stesso vino nostralino, ma non le idee, e i Led Zeppelin facevano a botte con Claudio Villa. Qui, la tipica ritrosia ligure verso lo straniero cedeva il passo all’accoglienza e all’inclusione, in nome della voglia di stare insieme e socializzare.” È il racconto di Stefano Fugardo, che conclude “Abbiamo attraversato così molti anni, condividendo momenti leggeri e altri più tristi, ma sempre insieme. Ringraziamo tutte le persone che in questi sessant’anni ci hanno regalato e ci regalano l’amicizia, una parola, un abbraccio e chi ci ha fatto e ci fa sorridere sempre qui, al solito Bar. Che poi… è rimasto senza insegna, ma non importa, perché tutti qui sanno dove si trova”.

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