Liguria. Un calo di 11 mila posti di lavoro dal 2019 al 2020 in Liguria, da 612 mila a 601 mila: è il dato che emerge dal rapporto sull’occupazione pubblicato oggi dall’Istat.
Tra questi, i lavoratori dipendenti sono scesi di 10 mila unità (da 449 mila a 439 mila), gli indipendenti di un migliaio di posti (dai 163 mila del 2019 ai 162 mila del 2020). Nei diversi settori produttivi tiene l’industria (118 mila occupati), mentre commercio, alberghi e ristoranti, tra i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia, perdono, dallo scorso anno, 6 mila posti (da 141 mila a 135 mila), così come in perdita sono complessivamente i servizi, che scendono da 482 mila 470 mila unità.
Chi ha pagato il conto più salato sono i lavoratori dipendenti, quelli i cui contratti erano in scadenza e non sono stati rinnovati: “Si avvicina la scadenza del blocco dei licenziamenti, fissato per il 31 marzo – dice Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria – Inoltre la pandemia e le relative misure di contenimento sono ben lontane dall’esaurimento. I dati del 2020, già molto preoccupanti, rischiano di essere soltanto l’avvisaglia di quella che rischia di diventare un massacro dei posti di lavoro e della capacità di spesa e di sopravvivenza delle famiglie. Il blocco dei licenziamenti, proseguendo la pandemia, va rimandato fino a quando non ci saranno le condizioni per la ripresa e fino a quando si siano creati gli strumenti per evitare pesanti conseguenze sull’intera società. Per questo, nel frattempo, bisogna riformare gli ammortizzatori sociali puntando sulla formazione e sulle nuove competenze e mettere in campo quegli investimenti senza i quali la ripresa è impensabile”.
“E’ il dato peggiore dal 2014 quando si toccò il punto più basso degli ultimi 30 anni con 599.147 occupati”, commenta Marco De Silva responsabile dell’ufficio economico di Cgil Liguria. Al netto delle considerazioni sugli altri settori, per De Silva che ha elaborato i dati, la maglia nera va ai servizi “il settore largamente maggioritario per l’occupazione in Liguria, i servizi, perdono 11.659 occupati (-2,42%); il calo maggiore in percentuale è ovviamente del comparto commercio/turismo che perde 5.482 occupati (-3,9%) mentre in valore assoluto le altre attività dei servizi calano di 6.179 unità (-1,81%) in calo soprattutto i maschi, i/le dipendenti ed al loro interno i tempi determinati, calano i part-time, gli occupati delle fasce più giovani e con bassi titoli di studio. Tengono gli occupati nelle costruzioni, in agricoltura, tra i laureati e soprattutto nel IV trimestre 2020, nel lavoro indipendente”.
Tornando ai servizi in forte calo soprattutto il Commercio/Alberghi/Ristoranti (turismo) che cede ben 5.482 occupati (-3,9% il calo maggiore settoriale). “E’ una conferma di tutto quanto abbiamo visto in questi mesi – commenta Fulvia Veirana, segretaria generale di Cgil Liguria – Le chiusure di bar ed esercizi commerciali e di tutto quanto attiene al comparto del commercio e del turismo hanno subito pesantemente le misure a contenimento della pandemia. I dati confermano che in Liguria nel corso del 2020 si sono persi quasi 11 mila posti di lavoro, con una crescita dei neet e degli inattivi, che testimoniano lo sconforto di chi il lavoro non lo cerca neanche più. Ma se salterà il blocco dei licenziamenti senza forme di tutela e di sostegno al reddito, rischiamo di sprofondare in una crisi senza precedenti. Contemporaneamente serve programmare in Liguria investimenti per la ripresa e perché si creino nuove occasioni di lavoro”.
Tornando ai dati si trova quello sui disoccupati, in calo del 16,2% (-10.536): sono ora 54.406 secondo le elaborazioni di De Silva che precisa: “In calo soprattutto le femmine che scendono di un quarto (-9.505) e non è necessariamente una buona notizia in quando si è smesso di cercare e probabilmente sono state impegnate con la cura di figli/anziani durante la pandemia”.
Ed infine, a corollario dei dati sull’occupazione, una nota sui Neet citati da Veirana, ossia i ragazzi tra i 18 e i 29 anni che non cercano lavoro e non studiano: aumentano di quasi 5 mila unità del 13,8%. Ora sono 40.656 per un’incidenza in percentuale del 20,1% (era al 17,7% nel 2019). Gli inattivi aumentano del 5,11% (+14.182) e si attestano a quota 291.577 (fascia età: 15-64 anni); il tasso di inattività sale quindi dal 29,8 al 31,5%.
Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria: “I dati Istat raccontano la difficoltà di un Paese e segnano drammaticamente la crisi nella nostra regione, in particolare la grande prostrazione in cui versano i lavoratori di turismo, commercio e spettacolo. Questi dati confermano, nella loro drammaticità, quello che stiamo sostenendo da settimane, chiedendo al Governo la proroga del blocco dei licenziamenti e una riforma equa degli ammortizzatori sociali, per evitare che la nostra regione scivoli verso la povertà. Il vero piano Marshall per la ripresa del lavoro e dell’occupazione passa sopratutto dalla capacità di vaccinazione che il Paese saprà esprimere. Confidiamo anche nella macchina organizzativa nazionale e regionale per garantire approvvigionamento e accesso ai vaccini, a partire dalle fasce più fragili ad arrivare a tutta la popolazione”.