Dopo pasqua

Covid, verso il no alle zone gialle fino al 30 aprile. Toti: “Sarebbe disastroso”

Tutte le regioni partirebbero dall'arancione: "un passo indietro" per il presidente della Liguria

toti draghi

Liguria. Fino al 30 aprile saranno confermate le misure oggi in vigore che prevedono solo zone arancioni e rosse: nessuna zona gialla quindi. E’ questo l’orientamento che emerge al termine della cabina di regia Covid sul nuovo decreto in discussione in queste ore tra i tavoli del governo.

Le misure dovrebbero essere in vigore fino a fine mese e l’unica novità dovrebbe riguardare il ritorno in classe fino alla prima media anche in zona rossa. Per il resto dovrebbero essere confermate tutte le restrizioni. “La scuola è un punto di contagio limitato solo in presenza di altre restrizioni – ha commentato il premier Draghi in conferenza stampa -. Ciò che è fonte di contagio è tutto ciò che avviene attorno alla scuola, quindi più si alza l’attività scolastica più aumentano le possibilità di contagio”.

Scende il valore dell’Rt nazionale che passerebbe dall’1.16, della scorsa settimana, a 1.08: è questo quanto emerge secondo il monitoraggio settimanale dell’Iss-Ministero della Salute. Scende il numero dei casi di Covid ogni 100 mila abitanti: il dato sull’incidenza che dovrebbe essere confermato nel monitoraggio che sarà presentato oggi, passa, secondo quanto si apprende, da 264 della scorsa settimana a 240.

“Spero che le indiscrezioni che parlano di nessuna zona gialla fino alla fine di aprile siano totalmente prive di fondamento – scrive il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti –. Non solo non ci sarebbe alcun passo avanti da parte di questo Governo nella lotta al Covid, ma sarebbe addirittura un passo indietro rispetto al passato. Dove si può, al contrario, bisogna tornare ad aprire le attività chiuse da troppo tempo. E dare date certe: in altri Paesi, anche in situazioni peggiori delle nostre, già si programma il turismo in estate e le fiere in autunno. Misure mirate dove serve e invece dove si può si apra al più presto. Tenere tutto chiuso fino a fine aprile e senza prospettive, francamente, sarebbe disastroso”.

Dal canto suo il premier Draghi afferma: “Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo. Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. E’ desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati“.

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