"ora basta!"

Covid, per ‘La Fermata del Gusto’ di Albenga 6 multe in pochi mesi: “L’ultima addirittura ‘a distanza’, questo è accanimento”

Per l'attività di Bastia anche 17 giorni di chiusura imposti: “Mai nessuna comprensione o dialogo con la municipale"

Fermata del Gusto Albenga

Albenga. Ha aperto il locale (bar, ristorante e alimentari) 2 anni fa, nel 2019, a Bastia d’Albenga ma, complice la pandemia, è riuscita a lavorare a pieno regime solo per 8 mesi circa. Poi sono arrivate le restrizioni, accompagnate anche da numerose sanzioni comminate alla sua attività e da diversi giorni di chiusura imposti. 

Sono state ben 6 le multe (5 comminate dalla polizia locale e una dai carabinieri), con 17 giorni di chiusura (prima 5, poi altri 5 ed infine 7), per “La Fermata del Gusto” di via degli Oddi, nella frazione albenganese. E se non è un record, poco ci manca. 

Ma l’ennesima sanzione, notificata martedì scorso (ma relativa alla scorsa domenica 14 marzo), e le modalità con sui è stata inflitta, hanno spinto la titolare del locale, Alessia D’Andrea, a rivolgersi alla redazione di IVG.it, per dar voce alla sua protesta, e al proprio avvocato per tentare di ottenere, a detta sua, “giustizia”. 

“Martedì mattina, – ha raccontato la titolare, – si sono presentati i vigili di Albenga per notificare un verbale emesso nella serata di domenica 14 marzo. Ma nessuna forza dell’ordine si è presentata nel locale quella sera. Abbiamo già ricevuto diverse sanzioni da inizio pandemia, ma la ‘multa a distanza’, senza nemmeno entrare per consegnarla o chiedere spiegazioni, mi mancava nel lungo elenco. E lo trovo quantomeno assurdo”.

“Tra l’altro, all’ora segnalata nel verbale si stavano effettuando le pulizie, con serrande abbassate e luci soffuse. Ma poco prima, si era creata una situazione spiacevole con un gruppetto di ragazzini che, entrati nel locale, non volevano uscire. Ed è stato anche sventato un tentativo di furto di un paio di bottiglie ad opera loro, che successivamente, dopo la restituzione, si sono anche scusati”. 

“Aiutata da alcuni amici sono riuscita a risolvere questa situazione alquanto critica. Per questo motivo, nel vedere la pattuglia passare sulla strada principale, ero quasi sollevata, ma i vigili non si sono neppure fermati per guardare cosa stesse accadendo. Hanno stampato una ‘multa a distanza’, ipotizzando una situazione non accertata e falsa”, ha proseguito. 

Come detto in precedenza, però, si tratta solo dell’ennesima di una lunga serie di sanzioni. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso per la titolare di un’attività che, lavorando prevalentemente sull’aperitivo, la cena e il post cena, si è trovata pesantemente penalizzata dalla situazione legata al Covid. 

“Ma quello che, forse, non tutti sanno, è che, oltre a bar e ristorante, la mia attività funge anche da alimentari con regolare licenza per la vendita di prodotti locali, e non solo, di eccellenza. Pertanto, al di là dell’eventuale attività di ristorazione, possiamo tenere aperto più a lungo delle 18, puntando proprio sulla vendita dei prodotti”, ha spiegato D’Andrea. 

“Mentre le prime due sanzioni sono state comminate per via di una mia sorta di protesta contro i limiti di orario imposti, e le ho accettate senza replicare, sulle altre non posso certo dire lo stesso. Il caso più emblematico è avvenuto all’antivigilia di Natale, quando alcuni agenti della municipale sono entrati intimandomi di chiudere, mentre all’interno erano presenti solo i clienti dell’alimentari. Risultato: compratori spaventati dall’accaduto, vendita persa e multa per via della presenza di un bicchiere di vino del servizio precedente, rimasto sporco sul bancone del bar”, ha aggiunto ancora. 

“In altri casi, invece, sono stati contestati ‘presunti assembramenti’ per via della presenza all’interno, anche a locale chiuso, di parenti, quindi congiunti, che, talvolta, lavorando qui completamente da sola, sono venuti a darmi una mano. Il tutto senza mai possibilità di avere un reale dialogo con i vigili che, in più di un’occasione, mi hanno risposto semplicemente ‘di fare ricorso’ nel caso volessi contestare le sanzioni”. 

Un ricorso implica tempo, fatica e soprattutto soldi che, ad oggi, non ci sono, in particolare per attività come le nostre martoriate da pandemia e conseguenti chiusure e nuove normative”. 

Una situazione che sembra simile a quelle dei locali “Taberna del Foro” e “Da Sancio”, sanzionate nei giorni scorsi, con relative polemiche. Locali ai quali D’Andrea ha voluto esprimere la “massima solidarietà“.

“Ho letto l’accaduto e non nego che la loro reazione abbia spinto anche me a reagire. Ma io, al contrario di loro, non voglio lasciare Albenga. Resto qui a combattere con una situazione a mio avviso surreale che, con il passare del tempo, sembra aver assunto i caratteri dell’accanimento. Credo che qui, in questa frazione, ci sia qualcosa che va al di là del Covid. Ho sperato a lungo in un buon senso che non si è mai palesato. Per questo ho dato mandato al mio avvocato di intraprendere un’azione importante. Chi ha deciso di farmi del male ora deve prendersi le sue responsabilità, come ho sempre fatto io”, ha concluso. 

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