Liguria. “Apprendiamo con sgomento che il presidente Giovanni Toti sceglie di alimentare l’assurda polemica sul caso isolato dell’infermiera non vaccinata, piuttosto che rispondere alla maggioranza dei lavoratori, che sollecitano tempi e procedure chiare per essere vaccinati”. Lo scrivono, in una nota, Maurizio Gualdi e Nicola Dho, rispettivamente segretario generale della funziona pubblica Cgil Genova e segretario generale funziona pubblica Cgil Liguria.
“FP Cgil, insieme a tutte le organizzazioni sindacali e gli ordini delle professioni sanitarie – spiegano – ha sottoscritto l’11 gennaio un importante appello all’adesione alla campagna vaccinale, consapevoli che “si tratta di un punto di primaria importanza nella lotta contro la malattia da Covid-19 e che da questa pandemia si uscirà soltanto affidandosi alla scienza e alle sue evidenze. Dal 27 dicembre, giorno in cui è partita la campagna vaccinale nel nostro Paese, sono ancora troppe le categorie di lavoratori ancora non coinvolte nel piano vaccinale, che continuano a lavorare in presenza, spesso in condizioni di evidente rischio, come educatori, addetti alla polizia locale, addetti ai servizi funebri, ai trasporti ecc., disponibili a fare il vaccino, e che anzi ci sollecitano a dare voce a questa loro richiesta”.
“La voglia di sfuggire le proprie responsabilità di pianificazione porta il Presidente – proseguono i sindacalistici – alla ricerca del consenso facile, ad ipotizzare una legge regionale sull’obbligatorietà per i sanitari. La triste realtà è che al momento non ci sono vaccini né organizzazione adeguata per garantire la vaccinazione a chi la vorrebbe fare! Vorremmo ricordare ancora una volta che gli operatori sanitari sono quelli che hanno fronteggiato l’emergenza della prima fase della pandemia senza le sufficienti protezioni, mettendo a rischio la vita loro e delle loro famiglie. Ora è necessario un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni per mettere in sicurezza gli operatori ed il sistema, nonché un’implementazione delle risorse economiche per garantire il riconoscimento del lavoro ordinario e straordinario che stanno svolgendo”.
“L’adeguamento dei protocolli di sicurezza di chi lavora in presenza resta un tema sensibile, soprattutto per i lavoratori contrattualmente più fragili. Su questo il governo ha recentemente assunto l’impegno di procedere, chiediamo lo stesso alla Regione. Ribadiamo infine che l’ordine del giorno attuale è quello di garantire la vaccinazione a chi ne ha bisogno e lo richiede, dando concreta attuazione all’impegno assunto dal Governo venerdì scorso di effettuare 500 mila vaccinazioni al giorno, a fronte delle attuali 210 mila. Il tema dell’obbligatorietà è sicuramente nazionale, forse europeo, e non riguarda solo alcune categorie ma tutti, in quanto ognuno di noi rischia tanto di ammalarsi quanto di essere vettore di infezione” concludono Gualdi e Dho.
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