City angels

Cosa occorre avere di speciale per essere City Angels?

"Vite nel buio" è la rubrica in cui Diego Gambaretto, nome in codice "Elon", ci accompagna nelle passeggiate dei City Angels

Generica

Volevo in primis ringraziare tutti i lettori dello scorso articolo di questa rubrica, che hanno permesso di rientrare tra i più popolari del sito: se si considera che IVG.it é molto autorevole e ha decine di migliaia di visualizzazioni giornaliere, e che io non ho un linguaggio forbito, significa che i savonesi sono interessati a cosa fanno i City Angels Savona.

In questo articolo non voglio parlarvi degli oltre venti senzatetto, tra cui alcune persone straordinarie e con vite che mai vi sareste aspettati, a cui vengono distribuite, tre volte alla settimana, generi di prima necessitá. Non voglio spiegarvi tutto il lavoro meraviglioso che fanno la nostra coordinatrice Red e la vice Angy, oppure della premiazione, a livello nazionale, di “Nick” e della stessa “Angy”, per la loro encomiabile attivitá svolta a difesa dei deboli (basco d’argento). E non voglio raccontarvi la spettacolare sezione che sta prendendo piede a Genova (dove c’é particolarmente bisogno di aiutare molte persone), grazie allo splendido lavoro di “Red”, “Angy” e del mitico coordinatore nazionale e fondatore Mario Furlan “Stone”. Come non voglio parlarvi delle tante straordinarie persone generose che aiutano i City Angels ad aiutare. Per questi interessantissimi argomenti dovrete aspettare le prossime settimane.

In questo articolo vi voglio raccontare il punto di vista di tre nuovi angeli: due effettivi, in quanto hanno superato le selezioni ed il corso, e una che é ausiliaria ma che da un paio di mesi sta studiando sul campo come essere City Angels. Mi interessa parlare dei “nuovi” poiché é interessante capire chi viene selezionato in questo gruppo e i motivi che li hanno portato a farne parte. Anche altri angeli stanno “studiando” per fare i City Angels e vedo persone meravigliose: sono sicuro che, se si impegneranno, sará per me un onore parlare di loro nei prossimi articoli. Perché, come dice il nostro coordinatore nazionale “Stone”, un vero e proprio mentore, “non basta fare il City Angels, ma bisogna esserlo” e bisogna superare una selezione, oltre che mettere molto cuore. É molto importante scegliere le persone giuste, poiché, molto spesso, basta una persona che porta malumore nel gruppo, per rovinarlo. E questo é un gruppo come pochi, che merita di diventare sempre più bello.

Per poter fare il corso, una full time di due giorni, occorre precedentemente aver dimostrato sul campo di avere le caratteristiche per essere un angelo. Gli angeli effettivi Francesca “Ray” e Alice “Enza” e l’angelo ausiliario Tania “Tao”, mi hanno stupito per la loro bontà d’animo e per la voglia incondizionata che hanno nell’aiutare gli altri: sempre disponibili e generose, é facile che si commuovano a fine serata, sempre con il sorriso e mai pronte a giudicare nessuno. In confronto a loro tre, scorgo in me i difetti dell’uomo comune che é pronto a condannare chi si comporta male e a puntare il dito contro chi ritiene imperfetto perché lontano dalle proprie idee, oppure che vorrebbe dare un sonoro calcio nel sedere a qualche politico, per esempio.

Francesca “Ray”, laureata psicologa e che attualmente sta svolgendo il tirocinio in struttura pubblica genovese:

“Ho conosciuto i City Angels quest’estate, una sera mentre passeggiavo con una persona molto cara: andavamo verso il mare e ho visto una macchina – che col senno di poi è quella di Angy – con la targa dei City Angels e da lì, siccome sono curiosa di natura, mi sono informata. Ho deciso di farne perché mi interessavano gli ambiti in cui opera un city angel. Inoltre nella mia vita, lo spazio e il cuore che ho sempre dedicato al volontariato, era tragicamente libero, nel senso che l’epidemia mi ha portato via il volontariato che facevo da tanti anni: animazione nei reparti al Gaslini. Ovviamente i City Angels si occupano di qualcosa di molto diverso, ma per me fare volontariato è come una vocazione, ne ho bisogno per stare bene e le cose lette dopo aver visto quella macchina quella sera d’estate mi hanno fatto scegliere i City Angels”.

Alice “Enza”, studente e dog sitter:

“Sono cresciuta in una famiglia cristiana, dove mi sono stati insegnati i valori del bene e della condivisione. Fin da piccola aiutavo gli altri, anche quelli che, a scuola, mi trattavano un po’ male, avevo sempre qualcosa da mangiare per loro, anche al costo di privarmene, e tanta gentilezza, e disponibilità, perché pensavo che nella vita normale mi trattavano male ma nel momento del bisogno siamo tutti uguali, e vulnerabili, e meritavano una possibilità. Così anche nella vita quotidiana, ogni volta che vedevo qualcuno chiedere aiuto, donavo una monetina, e mettevo tanti soldi da parte col progetto di donare, un giorno, una grossa somma a ospedali e gente povera. Ma le varie vicissitudini odierne, spiacevoli vicissitudini, mi hanno fatto capire che non sempre il denaro sia una cosa utile, o sia stato utilizzato nel modo in cui volevo io, ovvero aiutare davvero le persone, dare da mangiare alle persone affamate e dare le medicine alle persone ammalate. Vedevo tante azioni brutte nel mondo, azioni dominate dai vizi capitali; vedevo avarizia, lussuria, e tanta accidia! Mi era passata la voglia di dare soldi, ma volevo comunque aiutare, anche se non sapevo bene come, non volevo arrendermi.

Per tanti anni, dopo un periodo difficile, mi sono circondata di energia positiva, e condividevo questa energia positiva col mondo intero! Raccolgo notizie positive, le scrivo in bigliettini con frasi di incoraggiamento e speranza e li metto nelle macchine, in Chiesa.. racconto di umiltà, umanità, fede, speranza; l’altra faccia della medaglia, quella di cui nessuno parla. Perché sono convinta che se una persona ti tratta come una nullità, ad un certo punto ti sentirai una nullità. E allo stesso modo, se ti circondi del seme della bontà, e assimili giorno dopo giorno esempi di umiltà, umanità e buona volontà, allora anche tu, ognuno di noi può prendere esempio da questo, e cambiare il mondo con le proprie azioni, magari facendoti venire in mente cose a cui non avevi pensato, dandoti la speranza e dando la speranza anche alle persone che ti guardano commettere la buona azione, la speranza che questo mondo si possa davvero cambiare. La cosa importante è dare l’esempio! Mettere un semino, combattere l’odio con l’amore, la povertà con la ricchezza (d’animo). Cose alle quali neanche pensavi!

Ogni giorno siamo circondati di energia negativa. E un bambino che nasce in una famiglia che uccide, e a cui non viene insegnato il rispetto per la vita, ucciderà senza scrupoli perché non concepisce la malignità nel farlo. Con questa energia negativa di cui tutti parlano, la gente non ha più libero arbitrio, perché vede solo una parte e concepisce un solo aspetto della realtà! Dare l’esempio concreto aiuta ad aprire gli occhi e ampliare la mente, cosicché si possa tornare a scegliere tra il bene e il male: libero arbitrio. Volevo combattere l’odio con l’amore appunto, e la povertà con la ricchezza (d’animo). Un giorno vedo una persona sdraiata in una panchina, con una coperta.. ero vicina a un distributore automatico di vivande e ho pensato di comprargli qualcosa, perché se gli avessi lasciato la solita monetina, magari il resto della spesa di cui volevo liberarmi, non ci faceva granché, invece se gli avessi comprato un panino o una bella bottiglietta fresca d’estate, perlomeno, se non avesse ricevuto troppi soldi, avrebbe fatto un pasto per quel giorno, avrebbero avuto la pancia piena. E mi è venuta l’idea di consegnare cibo, non sempre dal distributore, talvolta anche dal panettiere, o facevo per loro una piccola spesa al supermercato.

Mi piaceva vedere la soddisfazione nelle loro facce, la contentezza e soprattutto la sorpresa, magari si aspettavano la solita monetina indesiderata, e invece io portavo loro qualcosa di caldo e fragrante con cui poter sfamare corpo e spirito. Mi dava tanta soddisfazione vedere quegli occhi lucidi, o vederli mangiare dopo che mi allontanavo, mi dava sollievo perché, mettendomi nei loro panni, avrei apprezzato tantissimo una cose del genere. Cercavo qualcuno che facesse le stesse cose che facevo io. Ho cercato su Internet per dare da mangiare alle persone bisognose e mi usciva la Caritas; non ero molto contenta, perché non c’era lo stesso contatto umano, la stessa sorpresa negli occhi che c’era come quando li aiutavo nei marciapiedi. Ma non trovavo nient’altro così mi sono rassegnata. Una sera poi ero in giro col cane e ho visto arrivare davanti a me una squadra tutta in rosso che camminava in gruppo; mi sono incuriosita e appena mi hanno detto che davano da mangiare alle persone povere, prevalentemente su strada, mi si è accesa la lampadina e volevo subito entrare a farne parte! Avevo intenzione di informarmi per la Caritas nei giorni a venire, e invece, come segno del destino, ho trovato quello che stavo cercando.

Ovviamente mi piace lo spirito del gruppo, e siccome sono tutte persone che sposano e condividono il mio principio di aiutare, soprattutto per strada col contatto umano, io mi sono fin da subito trovata bene con tutti. Sono stata me stessa da sempre, senza mai sentirmi a disagio, inferiore o altezzosa. Provo molta simpatia e affetto verso i miei compagni, e sono felice di essere entrata a far parte di questo gruppo, anche per la mia sicurezza personale, per la possibilità, anche economica, di aiutare più persone di quante potessi aiutarne da sola e per l’orgoglio di camminare con la divisa, dando l’esempio appunto, non con vanità e ipocrisia, ma con soddisfazione personale, e con la speranza di dare messaggi positivi per cambiare il mondo, combattere l’odio con l’amore e la povertà con la ricchezza d’animo, oltre che dare sollievo immediato alle persone che soffrono, con un pasto, una coperta e una parola di conforto (cose che non sempre i soldi riescono a comprare) e sentirsi parte di un gruppo che vuole le stesse cose che voglio io. Bisognava scegliere un nome da Angelo, e io mi chiamo Enza in onore del mio Angelo Custode, Vincenzo.

Vincenzo Catania è un ragazzo palermitano che a 16 anni, l’11 Luglio 2009, è morto annegato quasi davanti ai miei occhi. Ci hanno sempre insegnato che bisogna combattere per vivere, e invece più lui combatteva e più lui annegava e moriva. Vincenzo mi ha aiutato a superare un momento difficile, in cui non davo valore e non rispettavo la mia vita. E allo stesso modo, onorando il suo sacrificio, non voglio rendere vana la sua “morte”, e voglio dare l’esempio, così come lui lo ha dato a me, ed aiutare altre persone, così come ha fatto lui con me, che hanno una vita difficile, e che meritano una seconda possibilità, così come la meritava lui, e aiutare altre persone a capire il valore della loro vita, trattandoli con uguaglianza e rispetto, a prescindere dall’abito che portano (o non portano). Lui si chiama Vincenzo ed è un Angelo, e ora che sono diventata Angelo pure io, voglio onorare il suo nome, dando valore alla mia vita, cosa che non facevo prima e che mi ha aiutato a fare, aiutando gli altri, e dando dunque valore anche alla vita degli altri, perchè, come dicevo prima, nel momento del bisogno, siamo tutti uguali e per quanto male o bene una persona abbia fatto, per il solo fatto di essere in vita, cosa non del tutto scontata, merita di avere un po’ di comprensione e compassione, empatia e bontà d’animo. Perché io sono viva, ma non tutti lo sono purtroppo. E chi lo é invece, non sempre è in grado di apprezzarla al meglio. Aiutare i poveri, avere un gruppo, far sorridere qualcuno è un grande onore per me, un grande insegnamento, una forma di riscatto perchè qualcuno ha voluto che sopravvivessi a questo mondo, e se potrò dare a qualcun altro lo stesso dono che mi ha dato Vincenzo, farmi capire quanto vale una vita e darne merito, allora sarà valsa la pena”.

Tania “Tao, che una volta alla settimana deve fare parecchi km per poter fare parte del gruppo:

“Sono circa due anni che seguo le notizie su fb dei magnifici angeli della città, li ho conosciuti tramite un’amicizia su fb, ma poi con impegni vari non ci sono mai riuscita tra corsi x lavoro corsi x la croce rossa di Sassello ero a tappo!!! Ora che diciamo ero leggermente più tranquilla ho detto … vai Tania contatta e prova a diventare anche tu un’angelo della città… amo il volontariato e nel periodo del Covid dello scorso anno portavo la spesa alle famiglie che erano in quarantena e in particolar modo ho conosciuto una famiglia meravigliosa: il marito era ricoverato perché ha preso il Covid è io mi fermavo a farla sfogare nel parlare nel pianto e poi quando la dovevo salutare mi diceva sempre Grazie grazie che ci siete. Quel famoso Grazie che menziono sempre ti riempie il cuore di gioia ti fa sentire importante e allora perché non far sì che diventando un’angelo tu Tania non possa dare un sorriso a chi è meno fortunato? Ebbene sì sto iniziando un percorso con gli angeli della città, cosa molto molto toccante perché ti chiedi sempre perché loro nonostante siano meno fortunati di te hanno un cuore così grande da dover rifiutare il cibo che gli doni per darlo a chi non ne ha ? Esperienza bellissima che spero tanto io possa diventare effettiva un’angelo della città… è sempre un’emozione vedere queste persone i senza tetto sono persone umili…”.

Alla prossima settimana e un grazie a tutti, anche all’amica fotografa Silvia Reforzo.

Elon – City Angels Savona

“La nostra è un’associazione onlus a carattere laico, multietnico e antirazzista di volontari di strada d’emergenza”. Così si definiscono i City Angels, fondati nel 1994 da Mario Furlan (nome in codice “Stone”), giornalista e docente universitario originario di Savona. Sono presenti in Italia e Svizzera. La sezione savonese è la ventesima creata in Italia. Il volontario Diego Gambaretto (nickname “Elon”) ci accompagnerà settimanalmente nelle passeggiate dei City Angels, raccontandoci cronache, storie e scorci di vita degli “invisibili” con cui ogni settimana verranno a contatto.
Gli “angeli” verranno sempre indicati con il loro “nome in codice”.
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