Urbe/Sassello. La società C.E.T. ha chiesto e ottenuto dalla Regione Liguria il permesso per effettuare una ricerca mineraria per minerali di titanio, granato e minerali associati sul Monte Tarinè. Il Comitato Spontaneo Amici del Tarinè, nato nel 2015 proprio a difesa dell’area naturale e protetta e del suo territorio dalla speculazione estrattiva, esprime la sua forte preoccupazione per questa concessione.
“Nel 2021, nel pieno di una pandemia mondiale, la Regione Liguria torna sui suoi passi e nonostante il pronunciamento contrario dei Comuni interessati di Urbe e Sassello, concede il permesso per un’indagine sostanzialmente simile a quella rigettata nel 2015, presentata dal medesimo soggetto richiedente” afferma il Comitato, pronto a dare battaglia assieme alle associazioni ambientaliste, alle amministrazioni comunali e a quanti si uniranno a difesa del Parco del Beigua.
Questa mattina è arrivata anche la presa di posizione di Cia Savona, che ha sottolineato i possibili contraccolpi per le attività legate alle filiere agricole della zona, come il settore degli agriturismi o quello agroforestale.
“Le ricadute di un’ipotetica miniera estrattiva sarebbero tragiche per le aree limitrofe, visto il grande quantitativo di amianto presente nelle rocce interessate, per il vicino Basso Piemonte e anche per Genova, dato che il Monte Tarinè in linea d’aria non è affatto lontano da piazza De Ferrari…”.
“Il nome del Monte Tarinè deriva da quello del Dio celtico del tuono e del fulmine Tarinas, dato che i fulmini colpiscono spesso la cima del Tarinè, e certe divinità è meglio non disturbarle” conclude il Comitato.
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