Denunce

Cluster San Martino, i dubbi di un savonese: “Mio padre è morto lì in poche ore, vogliamo chiarezza”

Anche la famiglia di una 64enne genovese ha dei dubbi, e ha già sporto denuncia

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Pietra Ligure. “Sicuramente mio padre aveva altre patologie, però casualmente è morto il giorno dopo aver contratto il Covid in reparto. Ho un po’ la sensazione che vogliano ridimensionare l’accaduto… per questo mi sono rivolto a un avvocato e valuterò se sporgere denuncia. Anche se mio padre non me lo ridarà più nessuno chiedo che sia fatta un po’ di chiarezza”. A parlare è il figlio di Giuseppe De Maio, mancato la mattina del 15 marzo all’ospedale San Martino di Genova dopo un ricovero di due settimane nel padiglione Maragliano.

Dopo la scoperta di un cluster in quel reparto e l’inchiesta aperta dalla procura di Genova si moltiplicano le segnalazioni di chi ha o ha avuto congiunti deceduti nello stesso padiglione nell’ultimo periodo e vuole sapere se il Covid può essere stata causa o concausa del decesso. E’ il caso appunto dei familiari di Giuseppe, morto quattro giorni fa. “Mio papà aveva un po’ di patologie – ammette il figlio – è stato ricoverato il 1 marzo ed è peggiorato man mano. Ma ho dovuto chiamare il reparto perché non mangiava più: aveva problemi con la dentiera ed è toccato a me sollecitare la consegna di cibi più compatibili con la sua situazione. Poi è scoppiato questo cluster in reparto”.

“Il primo tampone era ‘indeterminato’, poi è risultato positivo ed è stato trasferito in un padiglione Covid – ricorda – la mattina dopo è mancato e noi non ne abbiamo saputo niente. Lo abbiamo scoperto solo quando mia sorella ha contattato il medico”. Quando i famigliari cercano di capire telefonicamente dove era stato il padre trovano difficoltà: “Per due ore nessun medico sapeva dirmi dove era stato ricoverato mio padre. In seguito non si riuscivano a trovare i suoi effetti personali. Secondo me c’è qualcosa che non funziona in quel reparto” sostiene De Maio.

In quanto deceduto Covid è stato messo in isolamento e i parenti, come accade in questi casi, non hanno mai potuto vederlo. E’ stato tumulato al campo 4 del cimitero di Staglieno, a Genova, in una delle aree “dedicate” ai casi Covid. “Molto probabilmente ha avuto un embolo – dice il figlio – e sicuramente aveva altre patologie, però casualmente è morto poche ore dopo aver contratto lì il Covid. Ora chiedo un po’ di chiarezza”.

Chi invece ha già deciso di sporgere denuncia invece sono i familiari di Anna Maria Sostegni, genovese di 64 anni, morta il 4 marzo al Maragliano. I parenti dopo aver saputo del cluster nel padiglione dove la donna era stata ricoverata fino a dieci giorni prima, hanno presentato denuncia ai Nas chiedendo il sequestro delle cartelle cliniche e la riesumazione della salma per verificare se la donna era positiva al Covid.

La donna, affetta da patologie respiratorie da molti anni, aveva anche altri problemi di salute, spiegano i famigliari nella denuncia, ma la situazione era stata sempre stabile. Ad inizio febbraio le sue condizioni peggiorano tanto che viene ricoverata al San Martino, prima all’unità di crisi e poi trasferita al Maragliano, clinica specializzata in malattie respiratorie. Lì, raccontano i familiari, Anna Maria era migliorata tanto che i medici si sarebbero detti pronti a dimetterla, ma la 64enne aveva problemi di deambulazione, così il ricovero era stato prolungato in attesa di individuare un percorso riabilitativo che potesse garantirle una maggiore autonomia. Il 27 febbraio tuttavia la situazione peggiora nuovamente: ha la tosse, spiegano i parenti, ma per i medici la situazione sarebbe comunque rimasta stabile e sotto controllo. Il 4 marzo, poco dopo aver ricevuto la visita di un nipote (vaccinato perché milite in una pubblica assistenza) e aver sentito telefonicamente la sorella, la 64enne muore. Causa della morte, secondo quanto comunicato dall’ospedale alla sorella, un arresto cardio-circolatorio.

Pochi giorni prima del decesso quando la 64enne era peggiorata, a domanda esplicita della sorella viene escluso che possa essere positiva al Covid: “I sanitari mi hanno detto che tutti gli operatori seguivano i protocolli previsti e mia sorella era risultata negativa al doppio tampone”. I dubbi per la famiglia tuttavia restano: “Al San Martino mi hanno poi fatto vedere mia sorella in una stanza singola, eppure sapevano che io avevo già fatto il Covid e quindi non potevo contagiare gli altri”. Per questo la decisione di rivolgersi a un legale e presentare denuncia.

Interpellata da IVG, la direzione strategica dell’Ospedale Policlinico San Martino spiega che “come sempre accade l’ospedale si mette a disposizione delle autorità competenti per agevolare le indagini circa i decessi presi in esame ma precisa con fermezza, a fronte di quanto emerso, che le cure prestate all’interno della struttura avvengono nel pieno rispetto delle norme vigenti relative al Covid e sono sempre effettuate in assoluta sicurezza”.

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