Liguria. Dopo lo “stop and go” della somministrazione del vaccino AstraZeneca voluto dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, per approfondire eventuali correlazioni con effetti collaterali registrati in diverse decine di casi in tutto il continente, si riparte con la somministrazione, cercando di recuperare il tempo perduto. Oltre ai ritardi, però, quello che le istituzioni politiche e sanitarie temono è l’effetto paura, ovvero un raffreddamento della corsa volontaria alla vaccinazione.
Per questo motivo già nelle prossime ore potrebbe scattare una vera e propria “operazione fiducia“, pensata su scala nazionale e locale per recuperare il tempo perso e convincere nuovamente l’opinione pubblica sull’utilità sociale di una vaccinazione più estesa possibile. Se nelle prossime ore il premier inglese Boris Johnson si vaccinerà in diretta tv, da più parti arriva l’appello alla classe dirigente per compiere quel “gesto d’esempio” potenzialmente molto utile per testimoniare la sicurezza del vaccino.
“Temiamo molte disdette – ha sottolineato il presidente di Regione Liguri Giovanni Toti durante il consueto appuntamento stampa di aggiornamento sull’emergenza sanitaria – ho detto al ministro della salute e a Bonaccini, che serve uno sforzo importante per tranquillizzare l’opinione pubblica. Come presidenti di regione abbiamo dato la disponibilità a vaccinarci, personalmente potrei anche vaccinarmi domani cosa che non faccio per non essere accusato di saltare la coda, ma credo che a partire da Draghi, presidenti di Regione e tutta la classe dirigente sarebbe più opportuno che dessero l’esempio”. In altre parole, serve, secondo il governatore ligure, e non solo, un gesto di responsabilità da parte di chi chiede ai propri cittadini di vaccinarsi, vaccinandosi in prima persona. “Potrebbe essere uno strappo alla regola di qualche decina di dosi che però potrebbe aiutare a far tornare la fiducia nella popolazione del paese”.
Trovare “sponsor”, quindi, potrebbe essere il fulcro della prossima campagna di sensibilizzazione, sponsor non solo ricavati dal mondo politico ma anche, e soprattutto, dal mondo dello spettacolo e dello sport: si pensa a grandi nomi come Totti e Vezzali, e ad un titolo semplice ed esemplificativo: “Io mi vaccino perchè…“.
Nel frattempo dei 2,2 milioni di dosi del vaccino già consegnate all’Italia, solo la metà sono state utilizzate, e si aspetta di capire quando e in quanto quel milione di arretrati sarà smaltito. Ma cosa succede se qualcuno disdice? Secondo quanto stabilito dalle linee guida ministeriali, il “suo posto” sarà slittato “in fondo alla fila”, in attesa di un recupero quando si arriverà all’ultima fase della campagna. In altre parole, se una persona di una delle categorie prioritarie non si presenta all’appuntamento già fissato, perderà la priorità, finendo nel grande gruppo, ancora non calendarizzato, dei non prioritari.