Celle Ligure. È quasi ora di pranzo in questo lunedì di zona gialla, in cui i ristoranti tornano ad aprire a mezzogiorno. A Celle Ligure in molti hanno deciso di tenere abbassate le serrande con il timore che si debba di nuovo chiudere e quindi si butti via la roba. Qualcuno è aperto solo per riordinare il locale, qualcuno invece oggi vuole ricominciare.
Il suo ristorante a un passo dal mare è aperto. Il pavimento profuma di pulito ed è ancora bagnato. La cameriera apparecchia. C’è voglia di ripartire, anche se a piccoli passi. Franco vuole rimettersi in gioco e ci parla con suo figlio Alessandro di quanto non sia facile. “Tentiamo di ripartire. Ci sono otto persone che hanno prenotato. Noi ci mettiamo la buona volontà, ma abbiamo bisogno di costanza. Ci devono dire come dobbiamo comportarci. Non possiamo fare la spesa e poi chiudere dopo una settimana”.
Le norme anti Covid gli permettono un massimo di venti persone all’interno del locale e oggi qualcuno arriverà. In cucina si lavora, si prepara un menù a base di pesce con spaghetti al sugo di mare e fritto misto sperando di non buttare via quello che si è comprato. La cameriera non si ferma e aggiusta i tavoli. Sorride Alessandro, giovane aiuto di papà Franco, ma precisa: “Non siamo interruttori, il nostro è un lavoro che va programmato”. Ribadisce il concetto del padre: incertezze che impediscono di organizzarsi.
Ma la voglia di mettersi nuovamente in gioco c’è ed è forte, gliela leggi negli occhi, nello sguardo di chi sbircia fuori dalle vetrate questo sole che le riscalda nonostante il vento “antipatico” di questo primo giorno di febbraio. La leggi nello sguardo di chi ti dice che, nel periodo di Natale, normalmente incassava almeno 12 mila euro e quest’anno zero, e nonostante ciò ti guarda e aggiunge: “Pazienza, speriamo che questo periodo finisca presto”.