Lettera al direttore

Commento

Villa Zanelli, soldi pubblici ma bene privato…

Non si fermano le polemiche sulla ristrutturazione e la destinazione della villa Liberty savonese

Ci risiamo, la giunta di Savona e la Regione, a braccetto, ne hanno combinata un’altra. Dunque, andiamo con ordine. Villa Zanelli, bene non di proprietà del Comune di Savona, era della Regione Liguria che, qualche anno fa, l’ha ceduta (ipotizzo per meri problemi di bilancio) ad ARTE di Genova (ex IACP), ente che si interessa della gestione delle case popolari. Dunque un bene privato, seppur di un ente che svolge una importante e delicata opera di carattere sociale.

La giunta regionale, grazie al bando Periferie emesso dal Governo PD nel 2016, vuole utilizzare parte di questi fondi (euro 5.000.000) per ristrutturare villa Zanelli.

Bene, era ora, diranno alcuni e, in parte, mi associo. Ma c’é un problema delicato e non da poco: i soldi sono pubblici e il bene è privato.

E va bene, diranno sempre i citati benpensanti, però si darà a Villa Zanelli una destinazione di utilizzo e vantaggio pubblico: una scuola, un istituto di istruzione specifica destinata ai giovani, una sede per corsi altamente qualificati. E no!. Di pubblico resterà parte del giardino e un non ben definito Museo del Mare (circa mq. 200). Invece diventerà un piccolo hotel di super lusso, in una location inimitabile, con parco e ovvio accesso al mare.

Ma insomma, eccepiranno infine i nostri, gli utili saranno utilizzati per fini pubblici. Neppure questo: l’hotel sarà gestito dai proprietari che, naturalmente, potranno liberamente affidarlo a terzi.

E inoltre, visto che si tratta di fondi per le periferie, mi domando: nei vari quartieri della città i giardini e le strade sono puliti? Gli asfalti non hanno buche?

L’illuminazione pubblica è presente in tutte le strade periferiche?

E poi, visto che i parcheggi in quella zona latitano fortemente, i cittadini come potranno raggiungere la porzione di giardino a loro dedicata? I pochi parcheggi ricavati saranno tutti destinati ai clienti dell’hotel?

Il progetto è stato curato da IRE, pubblicamente auto definitosi il braccio destro della regione per quanto attiene gli immobili antichi di pregio.

E cosa significa che alcune delle 11 camere hanno i servizi ed altre sono fornite da “arredi interni” adibiti a servizi igienici? Dentro l’armadio c’è un gabinetto?

E perché attraverso il giardino si potrà andare da via Nizza alla ipotizzata futura passeggiata? Forse perché, partendo dallo scaletto, si vuole costruire sulla spiaggia il citato manufatto, magari anche passando in mezzo ad alcuni stabilimenti balneari, nonostante il concretissimo pericolo delle annuali mareggiate che, come ben sanno tutti i savonesi, sono terribilmente distruttive?

In sostanza, credo che piacerebbe a tutti ristrutturare i propri beni con i soldi degli altri. Perché, in fin dei conti, la cosa è assai semplice e non c’è da farci sopra tante parole.

Lungi da me pensare ad avvenute forzature delle vigenti normative: se hanno deciso di compiere questo lavoro evidentemente la legge lo permette, ma personalmente amo credere che il bene pubblico possa essere usufruito da tutti, con rispetto e seconde regole vigenti, mentre quello privato sia competenza dei proprietari e non debba essere curato con il denaro dei cittadini, neppure coinvolti nel progetto.

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