Finale Ligure. Nell’ultimo Consiglio comunale il caso era già stato sollevato dalla minoranza, ma il sindaco Ugo Frascherelli si era detto sereno e tranquillo sulla delibera varata dall’amministrazione finalese per i tamponi rapidi nel centro medico di Finale Salute.
Tuttavia la Procura di Savona, a seguito di un esposto, ha aperto una inchiesta conoscitiva in merito ai 90 mila euro di fondi statali utilizzati per la postazione “drive through” e la sua operatività, nell’ambito di una campagna di screening dei pazienti asintomatici al Covid-19 con tamponi naso-oro-faringei per accertare o meno la presenza del virus destinati a dipendenti comunali, scuole, pubbliche assistenze e over 70.
Nel mirino degli inquirenti il contenuto della delibera e la relativa convenzione, che prevede il vincolo di acquisto dei tamponi dal consorzio Liguria Salute, così come accertamenti sono in corso sugli stessi prezzi d’acquisto. Indagini, infatti, riguardano anche la richiesta di tamponi da parte di associazioni del territorio con l’utilizzo di denaro pubblico, ovvero I feel good, balneari e albergatori (complessivamente il Comune aveva stanziato 175 mila euro di finanziamenti pubblici per il pacchetto di test preventivi).
Dopo aver sentito Tiziana Cileto, consigliere comunale di minoranza ma anche direttrice di Finale Salute, gli inquirenti hanno fissato nei prossimi giorni altre audizioni con i soggetti interessati e coinvolti nella vicenda. E non si escludono nuovi sviluppi.
Naturalmente, sul piano politico-amministrativo, dopo i primi dubbi sollevati dalla minoranza finalese, si attendono nuove iniziative e prese di posizione anche nel prossimo Consiglio comunale, non senza bagarre e polemiche, con la richiesta esplicita di chiarimenti sul provvedimento, così come su forme e modalità della campagna di screening epidemiologico.