Delusione

Stop allo sci fino al 5 marzo, Vazio (Pd): “Subito i ristori, attingere dai 32 miliardi dello scostamento di bilancio”

"Serve rispetto, questo è uno sfregio alla dignità del lavoro e delle persone"

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Provincia. “A 12 ore dall’apertura degli impianti da sci, il Ministro Speranza decreta lo stop dello sci amatoriale. Serve rispetto. Non è solo un problema di soldi e di danni. Questo è uno sfregio alla dignità del lavoro e delle persone. Ora servono subito i ristori. Era una decisione che poteva essere valutata e decretata da oltre una settimana”.

Così l’onorevole Franco Vazio commenta l’ordinanza del ministero della salute che proroga fino al 5 marzo il blocco dell’attività sciistica, che sarebbe dovuta partire oggi per le regioni in zona gialla.

“Non è mia intenzione discutere il merito della decisione – continua Vazio -, della pericolosità del virus e della sua variante, dell’appropriatezza della decisione in rapporto ad altre situazioni lavorative e del tempo libero. Il tema è un altro ed incrocia da un lato la dignità e il rispetto per chi lavora e dall’altro il dovere di non sprecare forze e risorse economiche delle aziende e delle famiglie, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo”.

“Le imprese e i lavoratori della montagna – sottolinea -, seguendo le indicazioni del Governo e degli scienziati, lavorando anche di notte e di domenica, si sono fatti trovare pronti per il 15 febbraio, battendo le piste, preparando gli impianti di risalita, attivando le assicurazioni e rifornendo i ristori, i bar e i negozi in quota e nei paesi. Le famiglie, con sacrifici, anche per dare un segno di normalità ai propri figli, hanno prenotato alberghi, lezioni di sci e abbonamenti, pagando con i propri risparmi qualche ora all’aria aperta, pensando così di allontanarsi dal virus e dai pericoli”.

“Con i colleghi del Partito Democratico andremo a fondo per capire l’appropriatezza e le ragioni dei tempi di questa decisione. Con grande forza abbiamo già posto al Governo il tema dei ristori”.

“La decisione di chiudere gli impianti sciistici – osservano dal Pd – impone un problema essenziale l’esigenza di ristori e risarcimenti adeguati, congrui e tempestivi al sistema imprenditoriale della montagna italiana. Le ripercussioni economiche saranno purtroppo pesanti, perché la riapertura della stagione aveva innescato una serie di prenotazioni destinate ora a sfumare. Ci sono 32 miliardi sul tavolo derivanti dallo scostamento di bilancio votato dal Parlamento, riteniamo che il primo atto del nuovo governo sia attingere da queste risorse per un immediato riscontro risarcitorio all’imprenditoria montana”.

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