Liguria. I senatori del Movimento 5 Stelle che hanno votato no sulla fiducia al governo Draghi saranno espulsi. A ufficializzarlo è un post su Facebook del capo politico Vito Crimi all’indomani della seduta a Palazzo Madama.
“Ieri al Senato il Movimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto”, ha scritto Crimi. “I 15 senatori che hanno votato no sono venuti meno all’impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti – continua -. Tra l’altro, il voto sul nascente governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. Ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del Movimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo”.
La decisione riguarda due senatori liguri: Mattia Crucioli, che già ieri annunciando il no alla fiducia aveva espresso l’intenzione di lasciare il Movimento 5 Stelle, e Matteo Mantero, che invece buttava acqua sul fuoco affermando di non far parte “di nessuna cordata o fazione“. Per Crucioli si tratta di “una decisione corretta e lineare. Me l’aspettavo, del resto le nostre posizioni sono politicamente diverse, un abisso direi, e quindi mi sembra giusto che le nostre strade si separino”. Per ora invece si “salva” Elena Botto, che ieri sera non era presente al momento del voto.
“Sono consapevole che questa decisione non piacerà a qualcuno – ha concluso Crimi -, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese”.
Ora si pongono le basi per un nuovo gruppo di fuoriusciti che si collocherà all’opposizione. Il regolamento della Camera prevede che almeno dieci deputati possano formarlo, meno degli espulsi dopo il voto di ieri. E non è escuso che altri ex grillini (Di Battista in primis) possano entrare a farne parte.