Alla veneranda età di 43 anni, la tua coscienza sociale finalmente inizia a sentirsi appagata dalla propria fulminante e travagliata carriera .
In effetti sei sempre stata quel tipo di donna che ama autodefinirsi battagliera, ma che spesso viene definita dall’esterno in modi molto meno lusinghieri.
In effetti hai bruciato reggiseni, sventolato bandiere arcobaleno, posato patanuda da grassa e da secca, smesso di depilarti, smesso di truccarti, ti sei truccata da uomo, da donna e da drag, hai lottato per i diritti di bianchi, neri, gialli e a pois , hai marciato per le tigri della Malesia, gli elefanti della Papuasia e i lupi di Cosseria.
Nel mentre ti sei anche riprodotta. Ben due volte. E con dolore.
Femmina e maschio. Hai contribuito largamente alla prosecuzione della specie in entrambe le direzioni. Non ti si può dir niente.
Inoltre, non ti si può certo rimproverare il fatto di aver semplicemente scodellato queste due creature e averle abbandonate al mondo senza una educazione, no, entrambi i germogli del tuo ventre sono stati educati alla tolleranza, alla solidarietà e alla uguaglianza.
Li hai cresciuti lontani dagli stereotipi e dalle fobie, hanno imparato da subito a rispettare la libertà altrui e la sessualità del proprio prossimo.
E, da madre benevola e progressista quale sei, ti sei anche premurata, più e più volte, di far presente loro che non si sarebbero mai dovuti sentire in difetto ,nel caso si fossero sentiti un giorno attratti da una persona nel loro stesso sesso.
Mamma li avrebbe capiti, compresi e accettati.
E quindi, finalmente, puoi rimettere via l’ascia di guerra di Towanda, indossare il reggiseno, anziché bruciarlo, perché, si sa, ad una certa età la gravità fa il suo maledetto corso, riempirti il tuo bel calice di prosecco, e adagiarti serena e soddisfatta sul tuo culone orgogliosamente opimo, e con la coscienza sociale ormai appagata.
“Mamma, comunque, quando parli con i miei coetanei dovresti informarti con che pronome personale vogliono essere chiamati. Potresti passare davvero per maleducata. Metti caso che un giorno tu ti trovassi davanti ad un non binario…sapresti cosa fare?”
E tu, madre progressista, col tuo prosecco in mano, vorresti solo rispondere che, davanti ad un binario, sapresti solo di dover prendere un treno e , in questo caso, fuggire davvero lontano da questa conversazione, ma intuisci che probabilmente non è questa la risposta corretta.
Scopri così che c’è un mondo là fuori che nemmeno immaginavi, un mondo tanto più libero quanto a te sconosciuto, ma scopri anche che per i tuoi figli è tutto estremamente normale.
Fai spazio sul divano ad una nuova anima battagliera, con l’ombelico di fuori e il piercing al naso e, per una volta, ascolti una storia nuova ma anche antica. Una storia di emancipazione e libertà, di progresso e amore, una storia che forse mia nonna non avrebbe mai saputo ascoltare, ma che mia mamma avrebbe voluto le raccontassi.
Fai spazio sul divano ad un giovane uomo col ciuffo e la faccia spavalda, un giovane uomo che ascolta le differenze altrui , come mio nonno non avrebbe saputo fare, e come mio padre avrebbe voluto poter fare.
Faccio spazio a questi due qui, carne della mia carne, che non so a questo punto a che genere appartengano, e nemmeno me ne importa molto, forse appartengono semplicemente al genere “FIGLIO” e per il futuro di questo genere val la pena bruciare ancora qualche reggiseno.
“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia Pistacchio, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Ogni martedì uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente. Clicca qui per leggere tutti gli articoli