Di seguito riportiamo la lettera – giunta alla nostra redazione – del consigliere regionale e capogruppo di Cambiamo Angelo Vaccarezza.
Io ricordo, sempre!
“L’ odore dei corpi in decomposizione era atroce, l’aria irrespirabile fino a chilometri di distanza. I miei compagni coraggiosi, Vigili del Fuoco di stanza a Pola, buttavano giù cognac prima di calarsi nella foiba: scendevano per centinaia di metri con due corde e una specie di seggiolino, mettevano il corpo nella cassa e davano quattro colpi di corda, il segnale per dire “tiratemi su”.
Non è uno stralcio di racconto inventato, magari lo fosse. Ma è la testimonianza di Giuseppe Comand, ultimo sopravvissuto alle foibe.
Non aveva origini istriane, eppure, suo malgrado, era l’ultimo testimone vivente di come le salme furono tirate su a grappoli dalle Foibe nell’autunno del 1943, dai Vigili del Fuoco di Pola.
Le foibe. Una delle pagine della storia d’Italia più brutte e dolorose, per anni ammantata di una pesantissima omertà, di un imposto silenzio, che nel tempo, grazie a tutti coloro che non si sono mai arresi, che hanno combattuto perché tutto venisse alla luce, è diventato un pensiero, un sussurro, una voce sempre più forte e decisa. La forza del ricordo e della memoria sono un’arma potentissima contro l’oblio.
Molti anni sono trascorsi, e i lembi di quelle ferite sono appena un po’ rimarginati, ma mai si chiuderanno. Facciamo in modo che tutto questo dolore non sia stato vano, che le vite di decine di migliaia di italiani non siano dimenticate, parlando alle generazioni di giovani che devono sapere, che meritano di conoscere il risultato della follia comunista delle armi del Maresciallo Tito, l’unico responsabile dell’Olocausto Italiano, dell’assassinio di migliaia di italiani, di ogni fede e colore politico, sommariamente accusati di collaborazionismo, fucilati ed infoibati.
Mantenere la luce accesa su una storia suffragata da testimonianze attendibili è la via affinché queste non vengano mai più scritte.
Giuseppe Comand se ne è andato poco più di un anno fa. Restano le sue parole, le sue emozioni, il suo immenso coraggio.
Angelo Vaccarezza