Savona. “Vogliamo lavorare“. E’ questo l’appello lanciato dai numerosi lavoratori del comparto della ristorazione che questo pomeriggio si sono riuniti in piazza Saffi fino a formare un lungo serpentone che ha toccato buona parte del centro di Savona.
Tutto è partito di fronte al palazzo della Prefettura intorno alle 15: circa 300 manifestanti armati di fischietti e megafoni hanno abbandonato il silenzio e hanno deciso di far sentire la propria voce fino a Roma, al Governo.
“Sono mesi che non lavoro”, “Siamo stanchi”, “Lasciateci lavorare”: sono queste le espressioni pronunciate da un settore in questi mesi costretto a molte limitazioni per via dei repentini cambiamenti di “colore” e di restrizioni. Da ultimo, la festività di San Valentino che è stata “serrata” in extremis, occasione a lungo attesa dai ristoratori per poter assaporare una “boccata di ossigeno” dopo un anno di sacrifici e chiusure.
Un ristoratore presente alla manifestazione infatti scrive su un cartello: “Il massacro di San Valentino”, con un chiaro riferimento alla chiusura improvvisa di tutti i locali per la festa degli innamorati, con la conseguente perdita ingente di cibo già ordinato. “Avevamo dei posti prenotati e così abbiamo dovuto buttare tutto”, aggiunge il ristoratore.
Ma tanti altri sono i cartelli che sostituiscono le parole rotte dall’emozione che non possono che imprimere la rabbia di chi, al di là dei colori politici, ci ha messo la faccia per manifestare anche in altre città della Liguria come a Genova e ad Andora. “Se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non è più un obbligo”, “Ci avete tolto la nostra dignità”, “Ristori subito. Sconti tasse 2021” si legge su alcuni cartelloni.
I manifestanti, considerata la grande partecipazione, hanno bloccato le strade del centro cittadino e il traffico a partire da Piazza Saffi per raggiungere poi via Paolo Boselli, Piazza Mameli e via Paleocapa; una situazione ancora più impattate sulla circolazione veicolare, già limitata dalle strade interdette a causa del mercato settimanale.
Presente in piazza anche l’assessore Maurizio Scaramuzza, più in rappresentanza dell’attività commerciale della moglie che in veste di politico. “Siamo in tanti questo pomeriggio e di questo sono molto contento – commenta l’assessore – E’ importante farci sentire fino a Roma“.
Il corteo, cui sono stati invitati a partecipare anche altri cittadini, si è svolto in contemporanea all‘incontro organizzato in prefettura per parlare proprio della situazione d’allarme dei ristoratori e di tutti i lavoratori del comparto della ristorazione.