Dialogo

Campo nomadi, il Comune chiede gli appartamenti di Arte. I sinti: “Casa fatiscente, stiamo meglio qua”

"Vorremmo un appartamento in una zona comoda in un palazzo con ascensore"

Campo nomadi fontanassa savona

Savona. “Vogliamo una sistemazione fissa in un quartiere comodo, mia cognata ha un bambino piccolo, io ho una figlia diversamente abile. Sicuramente abbiamo bisogno di un ascensore e di una casa che sia in discrete condizioni”.

Così Giovanni, uno dei componenti del nucleo familiare più numeroso tra i residenti del campo nomadi della Fontanassa, commenta insoddisfatto e deluso la notizia, arrivata dal Comune di Savona, di destinare per loro quattro appartamenti prima di provvedere allo sfratto definitivo e alla demolizione dei container in cui vivono attualmente.

Lo sgombero del campo nomadi, finalizzato a ripristinare il parcheggio del vicino campo di atletica, sarebbe dovuto essere lunedì 24 gennaio, ma il sindaco Ilaria Caprioglio è riuscita a prendere tempo e rimandare lo “sfratto” perché nell’area vivono anziani e bambini, e il timore era quello di trovarsi davanti a una situazione delicata. Per arginare questo problema, ieri, la giunta ha deliberato la richiesta di assegnare questi immobili ai quattro nuclei familiari interessati.

“Sinceramente – Giovanni giustifica il suo malcontento -, l’appartamento non è tanto accogliente. Non ci sono i caloriferi ma le stufette a gas, tre camere da letto ma non c’è il soggiorno, una piccola cucina e un bagno piccolissimo. E’ al terzo piano, nel palazzo non è presente l’ascensore e gli scalini sono alti, anche fare un trasloco in queste condizioni è difficile”.

Infatti, in questo grande nucleo famigliare sono presenti tre minorenni, tra cui un bambino di 7 mesi e una bambina diversamente abile. “La casa – ripete Giovanni – era in uno stato di degrado, l’ha vista mia cognata che ha il bambino piccolo. Qua, dove viviamo ora, siamo in condizioni migliori rispetto a quelle in cui saremmo in quell’abitazione, io sono abituato a stare all’aperto, ho il mio camper e il container di diciotto metri quadrati, gli spazi sono ampi”.

“Io – spiega Giovanni – ho una figlia disabile. Mi piacerebbe che mi venisse concesso un’abitazione in una zona comoda, come piazza Moroni o Legino vicino alle scuole. Abbiamo anche fatto la richiesta per le case comunali popolari ma non ci è stata data ancora una risposta”.

“Tra l’altro – puntualizza – il trasferimento in queste case sarebbe temporaneo in attesa di un’altra sistemazione. Non ne vale la pena spostarsi e dover fare dei lavori di manutenzione per poi doversi trasferire entro poco, per questi motivi abbiamo rifiutato la proposta“.

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