Liguria. Ancora didattica a distanza per i ragazzi delle superiori della Liguria. A decidere di posticipare il rientro tra i banchi è stato il presidente Giovanni Toti che ha spiegato: “Siamo in una posizione a cavallo tra giallo e arancione, molto vicini alla linea di demarcazione. Aumentare la pressione in un momento delicato come questo avrebbe potuto incidere sull’Rt”.
L’ordinanza, anticipata questa mattina e firmata in serata, dispone infatti per la prossima settimana la chiusura delle scuole superiori, attive solo con la dad. Il documento prevede che “a decorrere dall’11 gennaio 2021 e fino al 16 gennaio 2021 gli istituti di formazione secondaria di secondo grado, statali e paritari, e gli organismi formativi di istruzione e formazione professionale” adottino “la didattica digitale integrata in modo da assicurare il ricorso” a questa modalità “per il 100% della popolazione studentesca”.
Inizialmente le scuole avrebbero dovuto riaprire il 7 gennaio, poi il governo aveva rimandato tutto all’11 in attesa della nuova classificazione delle regioni. Molti altri presidenti avevano già deciso da diversi giorni di rimandare il rientro tra i banchi, ma la Liguria si è adeguata solo oggi. “Questo perché, avendo dati molto vicini allo sconfinamento, cerchiamo di mitigare l’impatto anche in attesa del quadro normativo per la prossima settimana”, ha ribadito Toti.
Gli ultimi dati sul contagio, infatti, non sono così rassicuranti. L’indice Rt attuale si attesta a 1,02 secondo le rilevazioni che Alisa ha inviato al ministero della Salute, ma la Liguria resta in zona gialla perché viene considerato il valore più basso all’interno di un range, in questo caso 0,95, quindi inferiore alla soglia che farebbe scattare la zona arancione. Al momento, invece, sono sopra il livello critico sia i posti letto in area medica (35%) sia le terapie intensive (41%), come già osservato ieri dalla fondazione Gimbe.
Cifre che potrebbero condurre alla zona arancione nelle prossime settimane, anche se Toti per ora non si sbilancia: “Non saprei, non vogliamo fare previsioni. Teniamo regole molto strette, comportamenti molto attenti. Dipenderà dalla capacità di tutti di rispettarle. Se riusciremo a contenere lo scenario eviteremo la zona arancione, altrimenti non sarà un dramma”.
Perché chiudere proprio le scuole? “È una decisione scaturita da una linea di condotta uniforme di pressoché tutte le regioni d’Italia – risponde Toti -. Di fronte a dati minimamente più promettenti per il futuro avrei preferito mandare a scuola il 50% dei ragazzi, ma tenendo presente che il maggiore impatto ce l’hanno famiglie che hanno figli alle elementari e medie è stata la misura più appropriata da prendere”.
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