Pensiero

Sciopero studenti, Gino Rapa: “Non possiamo far diplomare i nostri ragazzi con il Cepu”

Il professore ingauno in pensione è il più noto dei Fieui di caruggi: "Sono contrario alla Dad"

Gino Rapa

Albenga. Oggi è la giornata dello sciopero nazionale degli studenti, che nonostante alcune regioni siano in zona gialla , con negozi, bar e ristoranti, non possono però ancora rientrare a scuola in presenza.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Gino Rapa, il più noto dei Fieui di caruggi che con la sua energia e talento ha dato alla città di Albenga indimenticabili momenti di spettacolo e cultura con i suoi Ottobre de Andrè.

Rapa è un professore e sebbene sia in pensione da 20 anni è ancora una figura molto amata che rappresenta un punto di riferimento per tanti suoi ex alunni e i loro figli, oltre che una colonna portante del mondo della cultura e dello spettacolo ingauno.

Il distacco ti permette di essere un osservatore imparziale. Cosa pensi della didattica a distanza a cui sono costretti gli studenti delle superiori?

“Personalmente sono contrario alla didattica a distanza, la didattica si fa in presenza degli alunni e degli insegnanti, c’è un rapporto diverso, si crea una comunità si scambiano le opinioni e le esperienze che nella dad è invece molto difficile. Ammiro però chi riesce a farla. La cosa grave è che la scuola è stata trascurata per decenni. Il vero problema non è la scuola, dove i ragazzi sono abbastanza protetti e tutelati, il vero problema è all’esterno. Sono i trasporti, problemi che dopo un anno non sono ancora stati in grado di risolvere. Non fanno andare a scuola i ragazzi, ma poi loro sono liberi tutto il giorno di vedersi e di riunirsi senza mascherine e poi di passeggiare e giocare. É una cosa assurda. La scuola purtroppo è una Cenerentola, come tutto quello che ruota intorno alla cultura, teatri, musei, spettacoli, mondo dell’arte che sembra non essere un interesse primario del governo.

Quali pensi possano essere le ricadute sulla formazione dei ragazzi?

“Le ricadute sono molto negative. Già c’ è un tipo di mondo che li porta all’isolamento e alla solitudine, tutti con i vari telefoni e i  computer, per cui tu fai da solo, oppure c’è il branco. Non c’è più la creazione della compagnia e dell’amicizia. La scuola era uno dei luoghi dove questo poteva, può e deve avvenire. Perchè se no il ragazzo vive o da solo o in branco, naturalmente è un discorso generale e per fortuna ci sono le eccezioni.

L’uso per molte ore al giorno del telefonino pensi che possa creare dipendenza e incidere sullo sviluppo di una patologia?

“Sicuramente questa generazione avrà ripercussioni molto negative e questi giovani dovranno essere aiutati.

Sei fuori dalla scuola dal 2000 , ma molto presente e attivo , tanto che sei diventato un punto di riferimento per tutta la comunità ingauna. Cosa è cambiato nel mondo della scuola?

“Ci sono cose che non sono cambiate, la scuola vive sempre sulla buona volontà dei ragazzi e dei professori. É peggiorata invece la burocrazia. Ho tanti colleghi giovani che sento lamentarsi per il ruolo che hanno e per la scarsa considerazione in cui la scuola viene tenuta. Ho rapporti con i miei ex alunni e i loro figli e sento la sofferenza e il dispiacere sia delle mamme che dei genitori e non perché i figli sono a casa, ma per la didattica a  distanza, perchè un conto è farla in una famiglia benestante che dispone di tutti i mezzi tecnologici, tablet, pc, cellulare , un altro è farla in una famiglia magari con tre figli che vive in un bilocale con un solo telefonino. La didattica a distanza a mio parere aumenta le discriminazioni sociali”.

Quindi cosa pensi dei ragazzi che oggi scioperano?

“In linea di massima gli do ragione, chiedono un loro diritto, quello alla studio. Ma non possiamo mica far diplomare i ragazzi con il Cepu no?”, conclude Gino Rapa con una battuta.

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