“Se ci penso, mio nonno, come molti altri, ha vissuto la guerra, da sempre infatti mi racconta delle storie che io posso solo immaginare di dover vivere e non mi sorprende che lui non sia assolutamente spaventato dal virus, come mi dice sempre, dopo la guerra nulla gli fa paura, e io penso che questo valga anche per noi, una volta superato, saremo diversi e pronti a superare qualsiasi ostacolo.”
Queste sono le parole scritte da Cristina Hart, una giovanissima donna di Pietra Ligure, parte di una sua lunga riflessione su ciò che stiamo vivendo pubblicata tempo fa sulla pagina Facebook Res Publica Gazzettino di Pietra Ligure.
Cristina, con la freschezza dei suoi diciotto anni, ci porta un messaggio di saggezza e speranza attraverso il confronto tra lei e suo nonno. Scatta una fotografia ai sentimenti, alle emozioni e alle mille sfumature di una situazione che, per quanto assurda e pericolosa, non è paragonabile alla guerra.
Certo, oggi abbiamo il cuore coperto di spine, perché questa pandemia ha fatto troppi morti e ci sta portando via prematuramente le voci del nostro passato, la nostra memoria. Persone che sono da proteggere con ogni mezzo, affinché la loro forza interiore non si indebolisca lasciando spazio solo alla fragilità del tempo che passa. Abbiamo le ossa rotte per un’economia frenata, ma non siamo in guerra, o forse, è sì una guerra, ma che per la prima volta vede uniti tutti i popoli in una lotta verso un unico nemico: “il virus”.
Il 2020 è finito e siamo nei primi giorni del nuovo anno e, pur amando da sempre i fiori, mai come ora ne ho sentito il bisogno. Per la loro gentilezza, certo, per la leggerezza, sì, ma soprattutto per ciò che rappresentano: fiorire o rifiorire riflette la primavera dove tutto rinasce, per colorare e donare bellezza al nostro mondo.
Io voglio pensare che, in questo tempo sospeso, tutti stiamo guardando alla vita con occhi nuovi, perché non possiamo pensare di affrontare il mondo che cambia con uno sguardo che riflette solo le immagini di una realtà passata.
“Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno” (P. Neruda).
Tutto muta, anche se non ci aspettavamo niente del genere, anche se il virus ha dato un taglio ai tempi di un cambiamento epocale per cui non eravamo pronti. Ci sta che alla base del mondo ci sia l’evoluzione continua, con galassie di imprevisti, ma anche di opportunità.
Il mondo si muove, come ha sempre fatto, anche se ora ha preso la rincorsa e a noi non piace la velocità.
Tanto vale allacciare le cinture e cercare di restare a bordo meglio che si può, cercando un punto di equilibrio, cambiando con lui, cogliendo il positivo, la bellezza, e vivendo al cento per cento, possibilmente facendo ciò che desideriamo. Scegliendoci ogni giorno per migliorarci in un percorso che, purtroppo o per fortuna, non finisce mai.
Fiorire, questo è il mio augurio per il 2021.
Fiorire è un aspetto della natura che è ciclico, un risveglio della bellezza che i nostri occhi forse devono riabituarsi a cogliere, osservare e apprezzare. Perché dentro di noi c’è un giardino pronto a prendere vita, con fiori profumati, alberi centenari, cactus e api, farfalle e coccinelle che rubano il colore per farlo volare alto.
Apriamo quella porta, entriamo nel giardino senza fare rumore e cerchiamo di farlo rifiorire, di fare sì che somigli almeno un po’ alla parte migliore di noi.
In fondo, siamo ciò che amiamo e ciò in cui crediamo e questa è l’unicità che arricchisce l’universo.
“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera” (P. Neruda).
#ilbellocisalverà
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