Iniziativa

Raccolta fondi per illuminare i villaggi del Camerun: il progetto di un ex studente del campus di Savona

L'obiettivo è raggiungere tre mila case in sei mesi

Savona. “Un dono = una casa elettrificata” è il nome del progetto partito da un ex studente del Campus di Savona. L’iniziativa ha l’obiettivo di dotare le abitazioni dei villaggi del Camerun della corrente elettrica sfruttando l’energia del sole, attraverso l’installazione di pannelli solari che servono ad accendere due o tre lampadine e a ricaricare un telefono.

L’artefice è Bolivie Wakam, fondatore di Universo, un’associazione senza scopo di lucro con sede a Douala in Camerun, nata a giugno dello scorso anno per provare ad aiutare i camerunesi a raggiungere soluzioni che migliorino le loro condizioni di vita attraverso lo sviluppo sostenibile, ad esempio attraverso le fonti rinnovabili.

Bolivie è originario del Camerun, dove vive anche oggi, ma ha studiato in Italia. Dopo essere stato tre anni a Bologna per conseguire la laurea in ingegneria meccanica, ha deciso di iscriversi all’Università di Genova per la laurea magistrale. Nel 2016, quando studiava nel campus di Legino, era stato vittima di un episodio di razzismo. Era stato accusato di aver rubato una bicicletta. Ma il mezzo era del campus, lui era studente e aveva diritto a usarlo, l’equivoco era stato risolto dalle forze dell’ordine dopo averlo fermato e identificato.

“Attualmente il Camerun – spiega Bolivie – è popolato da 25 milioni di persone. Il paese è caratterizzato da alcune aree urbanizzate, dove sorgono i centri principali, i quali hanno accesso all’energia elettrica anche se la fornitura è discontinua. Nella restante parte si trovano zone rurali organizzate in villaggi. Il 40% della popolazione è distribuita nei centri cittadini e ha accesso alla corrente elettrica, principalmente generata da energia idroelettrica. Il restante 60% vive nelle zone rurali, di cui il 40% non gode dell’accesso all’energia elettrica. E’ da queste zone che partirà l’elettrificazione. In particolare, i primi ad essere interessati saranno quattro: Batoufam a ovest, Maga a nord, Batouri a est, Zoetele a sud”.

E’ necessario un pannello da 20 Watt, 1 batteria da 24 Ah, 3 lampadine da 5 Watt, 1 posto per caricare il telefono, 1 regolatore da 5 A. L’obiettivo del progetto è arrivare in sei mesi a elettrificare 3mila case. Il budget stimato per soddisfare quest’esigenza è di 15mila euro. Infatti, un ‘kit solare’ per ogni casa ha un prezzo di 50 euro. Per permettere questo sarà necessario avviare una raccolta fondi, le cui modalità sono ancora in fase di definizione.

“Abbiamo provato – racconta Bolivie – a cercare sostegno tra le istituzioni pubbliche e le associazioni private del nostro paese ma temporeggiano, non abbiamo trovato l’appoggio che speravano di avere e che, invece, abbiamo avuto dal rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e dall’ex parlamentare Anna Giacobbe. Delfino ha mostrato interesse per l’iniziativa e ci ha proposto di concretizzare gli impegni con una cooperazione internazionale, ma ancora da definire, con il Camerun. Giacobbe si è resa disponibile per aiutarci a raccogliere le risorse necessarie e scegliere le modalità migliori. Ma non solo – aggiunge – anche la Caritas e l’associazione non profit di Genova Januaforum si sono messe a disposizione per supportarci”.

L’energia è senza dubbio uno dei principali motori dello sviluppo rurale. Sono quattro i punti favorevoli che ho individuato – spiega Bolivie -. Avere la luce permette ai bambini e ai ragazzi di studiare alla sera, dopo essere tornati a casa da scuola e dopo aver sbrigato le faccende domestiche. Si tutela la salute evitando i danni alla vista prodotti dalla lampadina a petrolio, che ancora in tanti usano. Come è possibile continuare a studiare dopo il tramonto del sole, allo stesso modo si può lavorare senza essere vincolati alla luce naturale. Questi vantaggi porterebbero, in prospettiva, alla riduzione dell’emigrazione verso altri paesi. Tanti si spostano, il villaggio di Batoufam oggi conta sui 30mila abitanti, prima era molto più popoloso, 12mila persone sono andate via”.

“Avevo già installato un lampione nel villaggio di Batoufam – conclude -, ma ora è meglio dare priorità alle luce nelle case. Appena riusciamo a raccogliere i primi 500 euro partiremo con l’installazione dei dispositivi per la produzione di energia. Al momento già due amici hanno donato, ma la raccolta vera e propria deve ancora iniziare”.

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