Onzo. Si preannuncia un’assemblea da “fuoco e fiamme” quella del consiglio comunale di Onzo in programma questa sera. Ad annunciarlo è Giuliano Arnaldi, del gruppo di minoranza di “Facciamo Onzo Grande”, che in un video pubblicato sulla propria pagina Facebook invita tutti i suoi “amici social” a seguire la diretta dell’adunata che lui ed i suoi colleghi Andrea Marmentini e Claudio Olivieri tenteranno di mandare in onda.
“Nel parlamento della Repubblica come nell’ultimo consiglio comunale italiano si celebra il rito della democrazia – sottolinea Arnaldi – Questa sera a nostro avviso andranno in scena l’arroganza mediocre di potenti che non vogliono dare risposte e il tentativo, di chi ha il diritto e il dovere di opporsi a quella che ritiene un’arroganza, di parlare e chiedere risposta”.
L’argomento a scatenare la minoranza è “apparentemente argomento è banale, cioè ‘comunicazioni relative a gravi fatti che riguardano al locale pro loco’. In realtà dietro a questo ci sono questioni molto più serie, problemi di legittimità, di legalità, di rispetto. Per questo speriamo, crediamo e vorremmo che questo rito di democrazia fosse condiviso da chi ha a cuore la democrazia, la convivenza, il rispetto delle regole, nei piccoli paesi come nelle grandi nazioni. Senza regole sono i deboli a soccombere prima di tutto”.
Arnaldi, dunque, rimanda tutti “alle 19 per il consiglio. Poco tempo fa l’amministrazione ci ha comunicato che non intende autorizzarci a trasmettere la diretta. Se veramente fosse così, tutto ciò sarebbe ancora più sorprendentemente grave. Perché l’esercizio del diritto di espressione, di comunicazione di un eletto del popolo, anche di un consigliere comunale di un microscopico Comune, è sacro. Non si può usare la democrazia per limitare il diritto dei rappresentanti del popolo ad esprimersi, il diritto dei cittadini ad essere informati”.
“Chi ha paura della verità? Noi no e vi garantisco che faremo l’impossibile per trasmettere in diretta questo che crediamo sia qualcosa che ha una valenza che va oltre i confini del paese. Essendo rispettosi delle norme abbiamo segnalato questo tentativo di coartare il nostro diritto di espressione alle autorità competenti”.