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Nuova struttura per la comunicazione della Regione, Sansa: “Sarà la gazzetta di Toti”

Tutte le attività saranno accentrate in Liguria Digitale, l'ex candidato: "Un colosso editoriale, a rischio l'indipendenza dell'informazione"

Sansa e Toti

Liguria. Secondo una delle ultime delibere della prima giunta Toti, approvata lo scorso 30 ottobre e resa nota oggi dal consigliere Ferruccio Sansa, Liguria Digitale diventerà il gigante della comunicazione della Regione e di tutti gli enti collegati, come Arpal, le Asl e le partecipate, una specie di colosso editoriale in cui saranno concentrate tutte le attività web, social e pubblicitarie. E Sansa parla perciò di un “nuovo gigante dell’informazione ligure, all’insaputa di tutti, pagato con milioni di euro pubblici: nasce la Gazzetta di Toti”.

La delibera prevede che “tutte le diverse forme di comunicazione, sia quelle di servizio pubblico e informazioni al cittadino, attraverso i siti web, i canali social e i media, sia quelle di organizzazione di eventi e di promozione istituzionale del territorio tramite il marchio registrato #lamialiguria” convergano “nella società in house Liguria Digitale, che già svolge le funzioni di centrale di committenza in materia di beni e servizi della Comunicazione, e nella quale risiedono altresì numerose professionalità dedicate al mondo della comunicazione media, digitale, social e di elaborazione di siti web, grafica e video”.

A coordinare il tutto sarà un “Comitato Editoriale della Comunicazione regionale” in cui entreranno il segretario generale Pietro Paolo Giampellegrini, la portavoce del presidente Jessica Nicolini, il direttore generale di Liguria Digitale Enrico Castanini, il vicedirettore generale Presidenza e informatica, il responsabile di un’apposita struttura in Liguria Digitale “di volta in volta integrato coi direttori generali degli enti e delle materie interessate dalle campagne di comunicazione”.

“Nell’Unione Sovietica c’era la Pravda, il giornale che strombazzava le imprese del regime. In Liguria rischia di accadere qualcosa di simile: la Regione ha costituito quello che di fatto sarà uno dei principali gruppi editoriali della Liguria – accusa Sansa -. Gli ingredienti ci sono tutti: giornalisti con contratti da 10mila euro al mese, budget da milioni di euro l’anno (pubblici). Il tutto in mano a un “Comitato Editoriale” di cui fanno parte tutti i fedelissimi di Toti. A occuparsi dell’operazione consulenti pagati centinaia di migliaia di euro”.

“In sostanza – prosegue Sansa – nasce un soggetto che avrà in mano l’informazione della nostra regione. Primo, perché produrrà contenuti. Secondo, perché gestirà la comunicazione e la pubblicità dell’ente. Cioè milioni di euro (almeno 2 all’anno) che finiscono agli organi di informazione della nostra regione. In pratica il nuovo soggetto rischia di avere in mano le chiavi della cassa e le redini dell’informazione regionale. Essendo sottoposto di fatto soltanto al controllo di Toti”.

“Non solo – aggiunge l’ex candidato alla presidenza contro Toti -. Attraverso l’attività promozionale, la famigerata ‘pubblicità istituzionale’, la Regione distribuisce ogni anno milioni di euro a giornali, televisioni, radio e siti internet. Spesso garantendone la sopravvivenza. Con il rischio evidente di condizionarne l’indipendenza“.

Secondo Sansa poi c’è il rischio che i giornalisti ” possano sentirsi condizionati nella loro attività pensando di poter essere domani assunti” visto che “il mondo dell’editoria è in crisi nera, in Liguria più che altrove, e la Regione, e la politica di centrodestra, è ormai l’unico editore che assume giornalisti”. E sostiene che “nel frattempo giornalisti di punta di giornali genovesi sono stati invitati per colloqui di assunzione“.

“Intanto fioccano contratti da centinaia di migliaia di euro. Pubblici, ovviamente – scrive ancora Sansa in un lungo comunicato stampa -. Della nascita del nuovo progetto si è occupato tra gli altri Marco Pogliani. Parliamo di un big della comunicazione politica, già consulente del sindaco di Milano Beppe Sala. Pogliani, scrisse Il Secolo XIX, si era già aggiudicato una consulenza da 200mila euro (è lui che ha creato il marchio “Lamialiguria”). All’inizio del 2020 ecco un altro contratto da 75mila euro per ‘attività di progettazione, implementazione e realizzazione di piani straordinari di comunicazione integrata della Regione Liguria’. Niente di illegale, ma qualcuno, come noi, potrebbe giudicarlo discutibile”.

“Non basta. Proprio due giorni fa sono scaduti i termini per la presentazione delle domande per un bando di Liguria Digitale (pubblicato il 23 dicembre, chissà quanti lo hanno visto). Oggetto: “Incarico di collaborazione per lo sviluppo di un sistema di comunicazione istituzionale integrato”. In pratica l’esperto di comunicazione che avrà in mano la baracca. Compenso? 180mila euro per 18 mesi. Fanno diecimila euro al mese. Il tutto nelle mani di Liguria Digitale, una società, pur se in house, che ha minori obblighi di trasparenza. Nasce la Gazzetta di Toti”, conclude Sansa.

Al momento lo staff di Toti, contattato dalla redazione di Genova24 per una replica, non ha risposto.

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