Protesta

Loano, la mensa della scuola dell’infanzia nel mirino delle mamme: “Menu sbilanciato e senza varianti vegetariane”

La replica del Comune: "E' stato appurato, anche dalle maestre, che sia la qualità del cibo che il servizio sono ottimi"

mensa scolastica calice

Loano. Piatti annunciati nel menu e non serviti “per problemi di logistica” tuttora irrisolti; sostituti che non piacciono ai bambini e quindi “finiscono per l’80% nella spazzatura” della scuola; la “incapacità di proporre un’alternativa vegetariana” per i bambini che non mangiano carne. Sono questi alcuni dei problemi registrati dalle mamme di diversi bambini che frequentano (ed usufruiscono del servizio mensa) la scuola dell’infanzia “Simone Stella” di Loano.

“Da quando ad ottobre è partito il servizio mensa – spiegano le mamme – stiamo combattendo per avere risposte dalla Fondazione e dai servizi sociali, cioè le due strutture che si occupano di gestire la scuola dell’infanzia ed il servizio mensa. Finora, però, abbiamo avuto solo informazioni vaghe che spesso non corrispondono nemmeno alla realtà. Nel frattempo, i problemi restano”.

Problemi come, ad esempio, la “impossibilità di servire ai bambini il minestrone, nonostante il piatto sia inserito nel menu. Quando abbiamo chiesto la ragione, ci è stato detto che quest’anno non sarà preparato a causa di problemi logistici. Che sono da un lato i nuovi vassoi e le nuove stoviglie bio di cui si è dotata la scuola, dall’altro il posizionamento di cucina e area di distribuzione dei pasti, che sono situati su due piani diversi. Nessuno, però, ce lo ha detto. Anzi, se non fossimo andati a chiedere chiarimenti, probabilmente non lo avremmo saputo”.

Ai primi di dicembre il “fatidico” minestrone è stato sostituito con il risotto agli spinaci: “Ma si tratta di un piatto che ai bambini non piace e che perciò finisce in buona parte nella spazzatura, visto che l’80% dei bambini non lo mangia”.

Ma sono anche altre le scelte di menu che non convincono: “Il menu prevede il formaggio tre volte alla settimana. Ma si tratta di formaggio pressofuso, che non è proprio la scelta ottimale. Nel nostro paese c’è almeno un migliaio di varietà di formaggi, trovare qualche alternativa al Philadelphia non dovrebbe essere molto complicato. Anche perché le direttive regionali sconsigliano di somministrare questo tipo di formaggi”.

In ultimo, secondo i genitori “non è stato predisposto un menu vegetariano. Uno dei bimbi in alternativa al menu ‘normale’ si è visto servire frittata e mozzarella per diversi giorni consecutivi. I genitori hanno provato a chiedere di servire legumi ma non c’è stata data alcuna risposta. E’ incredibile: siamo nel 2021 e la scuola non è in grado di servire un menu vegetariano”.

Insomma, secondo le mamme “il menu è tutt’altro che bilanciato. Abbiamo chiesto da chi sia stato predisposto, se da Asl o da un nutrizionista o pediatra. Abbiamo appreso (anche in questo caso dopo reiterate richieste) che quest’anno i menu sono stati approvati con una sorta di silenzio-assenso: vista la pandemia, l’Asl non ha ‘obbligato’ le scuole a predisporre un menu (poi analizzato e approvato dall’Azienda Sanitaria) ma ha consentito alle scuole di riproporre menu già approvati in passato. Forse la commissione mensa sarebbe dovuta essere informata di tutto questo”.

La risposta alle perplessità delle mamme arriva dal vice sindaco con delega a scuola e servizi sociali Luca Lettieri, che afferma: “L’amministrazione comunale e la commissione mensa hanno riscontri diversi che, tra l’altro, sono stati verbalizzati nell’ultimo sopralluogo. E’ stato appurato, anche dalle maestre, che sia la qualità del cibo che il servizio sono ottimi. Sappiamo perfettamente che anche nella somministrazione dei pasti ‘l’occhio vuole la sua parte’ e piatti che apparentemente possano sembrare sgradevoli alla vista non lo sono al palato. Ciò avviene soprattutto per i bambini, che opportunatamente stimolati imparano a conoscere i sapori e la varietà delle pietanze”.

“Vorrei sottolineare che in tempi di pandemia i servizi a supporto della scuola sono garantiti con un aggravio notevole di costi e di risorse umane impegnate. E di questo l’amministrazione ne dà atto agli uffici comunali, al personale scolastico e, in questo caso specifico, alla Fondazione Simone Stella, che è da tutti riconosciuta come un punto di riferimento per le famiglie loanesi e del comprensorio”.

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