Finale Ligure. Ancora polemiche sul nuovo bando comunale per la gestione degli spazi della Fortezza di Castelfranco.
Ecco una lettera dell’associazione Culturale E20 che, dopo aver presentato i risultati di tre anni gestionali, torna all’attacco sulla decisione dell’amministrazione comunale.
La lettera di Roberto Grossi:
Con questa lettera vorremo spiegare perché siamo fuori dalla gestione della Fortezza di Castelfranco.
Nel corso di questi tre anni di gestione degli eventi culturali alla fortezza, l’Associazione Culturale E20 ha garantito la funzione pubblica di promozione e valorizzazione di questo importante monumento e un’offerta di manifestazioni culturali e turistiche di alto livello, quasi tutte a ingresso libero.
Abbiamo organizzato oltre 60 manifestazioni (in tre anni, compreso quello trascorso, fortemente limitato dall’emergenza sanitaria) per un totale di oltre 90 appuntamenti e più di 240 artisti coinvolti, contribuendo alla presenza di oltre 70 mila visitatori, mettendo in campo iniziative per un valore complessivo di risorse impiegate pari a quasi 250 mila euro, con un contributo assolutamente irrisorio da parte delle attività economiche presenti alla Fortezza ed addirittura con il costante ostacolo e ostilità e da parte della ditta che gestisce il ristorante e l’albergo.
Anche nell’ultimo anno, pur nell’emergenza COVID 19 e nell’assenza di sostegno da parte delle attività economiche della fortezza e del Comune di Finale Ligure, siamo riusciti comunque a garantire la funzione e la valorizzazione culturale della Fortezza, in particolare con il successo della rassegna “FORZA 8”, che è stata tra le pochissime manifestazione turistico culturali estive in Liguria.
L’impegno progettuale, di risorse umane (nella quasi totalità costituite da volontariato), gli strumenti predisposti e lo sforzo promozionale condotto, riconsegnano alla città una struttura con un’alta valenza di Nuovo Centro Culturale, riconosciuto in ambito istituzionale da Enti e Fondazioni.
Ma tutto ciò non è servito a non essere allontanati dalla Fortezza, come non sono serviti i riconoscimenti da parte del pubblico, delle istituzioni e della stampa, come ad esempio aver vinto più volte bandi di Fondazioni e le ultime due edizioni del premio “Festivalmare” per le migliori iniziative turistico culturali della Liguria.
L’Amministrazione Comunale di Finale Ligure che ha scelto di interrompere questa esperienza con un nuovo bando che esclude la gestione degli eventi culturali e si limita ad assegnare (o riassegnare?) la gestione del ristorante e dell’albergo, privatizzando tutti i principali spazi della Fortezza, compreso il piazzale che era dedicato alla manifestazioni.
Perché?
Forse perché la nostra Associazione si è battuta in questi anni per garantire l’interesse pubblico, perché abbiamo avuto il demerito di esigere trasparenza e legalità e osato opporci ad una privatizzazione di fatto della Fortezza?
E’ giusto che ora tutti sappiano che cosa è successo.
Il bando con cui tre anni fa è stata assegnata la fortezza al “Raggruppamento Temporaneo di Imprese” di cui facciamo parte prevedeva esplicitamente che la cucina dovesse avere solo carattere accessorio, ossia la ristorazione non doveva essere considerata l’attività predominante rispetto all’aspetto culturale. Invece, fin dalla prima estate, la società capogruppo, la ditta Miki di Rossello Maurizio che ha gestito il ristorante e le camere d’albergo, ha occupato tutti gli spazi e ostacolato in ogni modo le attività culturali e le altre attività presenti.
Non solo, secondo quanto previsto dalla Convenzione, con una parte degli incassi la ditta Miki avrebbe dovuto contribuire alla realizzazione degli eventi culturali, che sono alla base della Convenzione stessa, ed invece per due anni abbiamo dovuto ricorrere alla mediazione legale per avere un irrisorio contributo e l’ultimo anno addirittura non ne abbiamo ricevuto alcuno.
Nel solo 2019 la ditta Miki di Rossello Maurizio ha indicato 299 mila euro di ricavi (a fronte di un canone di locazione annuale pari a 4mila euro, per metà corrisposto dalla ditta che si occupa dei catering), mentre in tre anni ha contribuito con un totale di soli 17mila euro per le manifestazioni per le quali la nostra Associazione ha mobilitato risorse pari a quasi 250 mila euro.
Di tutto ciò abbiamo sempre informato puntualmente (quanto inutilmente) l’Amministrazione Comunale.
Ma la cosa più grave forse non è questa.
La ditta Miki si è sempre rifiutata di fornire agli altri membri del Raggruppamento Temporaneo la documentazione relativa ai pagamenti che per Convenzione era tenuta a fare a nome di noi tutti nei confronti del Comune di Finale Ligure, ossia ogni quattro mesi la rata del canone (per un totale di 4mila euro annuali) e le bollette di acqua ed elettricità, beneficiando oltretutto di un contributo annuo di 8mila euro regolarmente versato alla Miki stessa dalla ditta dei catering per questo scopo.
Insospettiti da questo rifiuto e dalle dichiarazioni della ditta Miki secondo cui essa vantava crediti per lavori eseguiti alla fortezza (peraltro esplicitamente esclusi dalla Convenzione), abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale più volte chiarezza sui pagamenti di canone e bollette effettuati e sulle autorizzazioni ai lavori svolti dalla ditta Miki nella fortezza (bene vincolato), senza avere alcuna risposta.
Più volte abbiamo richiesto l’intervento dell’Amministrazione Comunale che ha liquidato le nostre segnalazioni con accuse di litigiosità, rifiutandosi di entrare nel merito delle irregolarità che segnalavamo.
Esasperati dal muro di gomma sia della ditta Miki, sia del Comune di Finale Ligure, il giorno 11 agosto l’Associazione Culturale E20 ha protocollato una formale richiesta di accesso agli atti, per esigere a norma di legge tale documentazione (che obbligatoriamente doveva essere fornita entro trenta giorni).
Ancora una volta nessuna risposta.
In compenso abbiamo recentemente appreso che a Novembre (tre mesi dopo la nostra richiesta di avere le ricevute dei pagamenti effettuati in questi anni), l’Amministrazione Comunale ha chiesto alla ditta Miki di regolarizzare i pagamenti non effettuati, in tempo per indire guarda caso il nuovo bando.
Questa richiesta ha confermato che (escluse un paio di rate iniziali), la ditta Miki non aveva mai pagato nulla, ne canone, ne utenze, violando in modo esplicito il Capitolato d’Appalto, la Convenzione con il Comune di Finale Ligure e gli accordi stipulati con gli altri componenti del Raggruppamento Temporaneo di Imprese che prevedevano tassative scadenze nei pagamenti.
Contemporaneamente l’Amministrazione Comunale ha preparato il nuovo bando di gestione che esclude le attività culturali e riguarda solo la gestione di ristorante e camere e che, guarda caso, sembra essere fatto su misura per la ditta che già gestisce questi spazi: premio per gli arredi e bando fatto uscire sotto le festività natalizie e in periodo di emergenza Covid 19, limitando così di fatto fortemente la partecipazione ad altre imprese interessate.
Un bando che assegna tutta la Fortezza ai privati compreso anche tutto il piazzale principale destinato fino ad oggi a “Area per Manifestazioni”, privatizzandolo definitivamente e mettendo fine alla possibilità di realizzare manifestazioni, se non in 12 date all’anno da gentilmente concordarsi con il gestore stesso.
IL TUTTO DIMENTICANDO CHE LA FORTEZZA È STATO RISTRUTTURATA CON FONDI DELLA REGIONE LIGURIA PER DESTINARLA A SPAZIO ESPOSITIVO E CULTURALE.
A dispetto degli importanti risultati ottenuti, dopo esserci battuti, senza alcun scopo di lucro, per garantire la funzione culturale della Fortezza, la nostra associazione viene di fatto messa alla porta, mentre viene premiato chi ha ostacolato in ogni modo le attività culturali e commesso le irregolarità e scorrettezze che abbiamo raccontato.
Chiediamo all’Amministrazione Comunale di sospendere tale bando, la cui emissione in un periodo di estrema incertezza, dovuto all’emergenza sanitaria, e l’imminente scadenza non consentono di avere altri partecipanti se non l’attuale gestore (che ha ampiamente dimostrato il non rispetto delle regole e l’avversione alle finalità culturali) e di ripensare ad una proposta di gestione più aderente alla natura di questo monumento, che consenta la sua valorizzazione e destinazione culturale, favorisca l’interesse pubblico e non quello di un singolo privato.