Liguria. “Una crisi senza senso e confesso il mio disagio“. Parole del premier Giuseppe Conte nel suo discorso alla Camera sulla crisi di Governo. “Abbiamo lavorato per il bene del Paese e per questo posso parlare a testa alta” ha aggiunto, sottolineando i danni di questa crisi in un momento critico legato alla pandemia e alla necessità di nuove e urgenti misure a sostegno dell’economia.
Il presidente Conte ha parlato di un “momento di svolta“, per avere un “Esecutivo forte e unito”, facendo appello alle forze parlamentari, nella ricerca di una nuova maggioranza: dalla base di M5s, Pd, Leu, la richiesta di nuovi innesti nell’alleanza secondo le tradizioni politiche europeiste, liberali, popolari e socialiste: “Un nuovo patto di legislatura per rafforzare il Governo e proseguire nel lavoro svolto” ha detto. E per alcuni il riferimento implicito è indirizzato anche a Forza Italia.
E nel merito degli incarichi: stop alla delega per l’Agricoltura e nuova autorità delegata per l’intelligence.
Infine, il tema della legge elettorale: “Promuovere una riforma proporzionale capace di unire le ragioni del pluralismo e dare l’opportuna stabilità al sistema politico, con l’obiettivo di avere una più ampia condivisione possibile”.
E sull’intervento del presidente del Consiglio alla Camera è arrivato il commento del governatore ligure Giovanni Toti: “Secondo il premier Conte il Governo non ha sbagliato nulla. Francamente mi sembra un giudizio molto autoindulgente”.
“Il caos di questi giorni sulla scuola ne è solo l’ultima dimostrazione. Delle due, l’una: o siamo, come sostengono il Ministro della Salute e i suoi tecnici, alla vigilia di una nuova ondata Covid pericolosissima, tanto che il consulente di Speranza Ricciardi chiede addirittura un nuovo lockdown, e allora riaprire le scuole in zona arancione è una follia. Oppure non è così, i dati sul virus migliorano e allora oltre alle scuole riapriamo anche teatri, cinema, ristoranti, bar, palestre e piscine, con le dovute regole. Non si può descrivere la situazione Covid secondo le necessità politiche“.
“Serve un Governo forte, serio, non condizionato dalle ripicche tra ministri e appeso a un pugno di voti sparpagliati, ammesso che quei voti ci siano. Questa crisi rischia di essere l’ennesima occasione perduta. Per arroganza” conclude Toti.
Tuttavia la situazione politica è ancora in divenire: le parole di Conte, come quelle di Zingaretti ieri, ampliano in linea teorica il perimetro del governo che potrebbe avvicinarsi a quel concetto di “unità nazionale” che anche Toti ha più volte caldeggiato. E sulle due deleghe, quella all’agricoltura (lasciata libera dalla dimissionaria Teresa Bellanova) e quella ai servizi segreti, potrebbero arrivare proprio le nomine delle nuove forze in una maggioranza allargata.