Liguria. Zona arancione in tutta Italia nel weekend 9-10 gennaio, divieto di spostamento tra regioni fino al 15 gennaio e soprattutto rinvio della riapertura delle scuole superiori all’11 gennaio. È quanto prevede il nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri dopo una riunione ad altissima tensione che ha visto lo scontro tra Pd e M5s sul tema del ritorno tra i banchi.
A proporre il rinvio, con riapertura il 15 gennaio, era stato il capodelegazione del Pd, Dario Franceschini. Contrari Movimento 5 Stelle e Italia Viva che spingevano per il 7 gennaio. La riunione è durata quasi tre ore durante le quali è finita nel mirino anche il ministro dei trasporti Paola De Micheli. Alla fine la mediazione è caduta sull’11 gennaio. E dunque resta nel cassetto l’ordinanza che il presidente Giovanni Toti aveva minacciato di adottare sulla falsariga dei provvedimenti assunti da altri colleghi.
Confermata la stretta sui parametri di valutazione del rischio. Nella prossima ordinanza del ministero della Salute, attesa per venerdì prossimo, le regioni con Rt superiore a 1 entreranno in zona arancione, quelle con Rt superiore a 1,25 andranno in zona rossa. Appare dunque molto probabile, alla luce degli ultimi dati sul contagio, che la Liguria dalla prossima settimana non sarà in zona gialla, con le restrizioni che scatteranno di conseguenza tra cui il possibile stop prolungato alle lezioni in presenza.
Il decreto, valido fino al 15 gennaio in attesa del nuovo Dpcm, prevede comunque una zona gialla ‘rafforzata’ nei giorni feriali fino al 15 gennaio – con il divieto di spostamento tra le regioni e la conferma della regola che prevede la possibilità di spostarsi verso un’altra abitazione nella regione per massimo due persone – e una zona arancione nel fine settimana. Restano il coprifuoco (dalle 22 alle 5 tutti i giorni) e l’autocertificazione per giustificare gli spostamenti al di fuori del proprio comune nei giorni arancioni.
Le eccezioni nel weekend saranno le stesse previste per le feste natalizie. Quindi ok agli spostamenti verso una sola abitazione privata nella stessa regione, massimo una volta al giorno e massimo due persone alla volta (esclusi minori di 14 anni e disabili conviventi). Inoltre “sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.
Sui vaccini il decreto introduce una norma secondo cui, qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, sarà il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione.