Si va avanti

Conte per ora resiste: il Governo incassa la fiducia in Senato, ma senza maggioranza assoluta

Renzi duro contro il premier ma il suo partito si astiene. Tra i sì quelli degli ormai ex forzisti Rossi e Causini, espulsi dal partito

Generica

Roma. Il governo ottiene la fiducia in Senato. Dopo la maggioranza assoluta incassata alla Camera, con 321 voti (il plenum dell’assemblea è di 630), la prova del Senato era da subito apparsa molto più complicata: i numeri a sostegno del governo assolutamente risicati.

Il risultato finale – 156 dopo la “Var” sui voti dell’ex M5s Ciampolillo e del Psi-Iv Nencini, a fronte di 140 no e 16 astenuti – non è però soddisfacente per il premier Giuseppe Conte che ha lasciato palazzo Madama prima della conta finale e che, nelle prossime ore, dovrà decidere il da farsi. L’opzione più probabile è che prosegua con l’esperienza del Conte Bis andando a cercare, di volta in volta, la maggioranza in parlamento.

Sia Matteo Salvini sia Giorgia Meloni hanno già chiamato in causa il Quirinale.

Italia Viva si è astenuta nel voto finale, come da annuncio, ma sia il leader del partito Matteo Renzi sia la ex ministra Bellanova non ci sono andati piano nel loro discorso al presidente del consiglio: “Volete andare avanti con una maggioranza raccogliticcia davanti al più grande piano per il paese? Mi auguro che nelle prossime settimane lei metta al centro le idee e non lo scambio di poltrone, perché il paese non si merita un mercato indecoroso – e ancora – lei ha avuto paura di salire al Colle, ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei ma credo sia dannoso per le istituzioni”.

L’astensione di Italia Viva, però, ha consentito all’esecutivo di ottenere la maggioranza relativa e al partito, in prospettiva, di non restare fuori da giochi futuri.

I volenterosi. Come anticipato da alcuni rumors, sorprese sono arrivate dalle file di Forza Italia, coi voti favorevoli della senatrice azzurra Maria Rosaria Rossi, che ha votato la fiducia al governo Conte insieme ad Andrea Causin, che era già in odore di addio – “Sono fuori dal partito”, ha detto Tajani – altri supporti sono arrivati dai gruppi Misto, da quello delle autonomie e da altri gruppi.

Hanno votato a favore del governo, la senatrice Sandra Lonardo (Misto), moglie di Clemente Mastella, la senatrice a vita Elena Cattaneo, l’ex M5s Saverio De Bonis, e Gregorio De Falco, altro ex M5s.

Tra i sì alla fiducia quello della senatrice a vita Liliana Segre: “Era un dovere essere qui e votare”, ha detto. Non era invece presente l’architetto Renzo Piano.

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