Angelo

Bambina soffocata per un gioco su Tik Tok, un suo rene salverà un paziente del Gaslini

Gli organi della piccola sono stati donati e aiuteranno altri tre bambini

Generica

Genova. Gli organi della bimba di dieci anni morta ieri a Palermo dopo una prova estrema sui social salveranno altri tre bambini. Tra questi un piccolo paziente del Gaslini di Genova.

Un’equipe medica ha prelevato gli organi della piccola – visto che i familiari hanno acconsentito all’espianto e alla donazione quando si trovava nello stato di morte cerebrale – per il successivo trasporto a Roma e Genova.

Una parte del fegato, il pancreas e un rene andranno a un bimbo ricoverato all’ospedale pediatrico bambino Gesù, nella capitale, mentre l’altra parte del fegato andrà ad un altro piccolo paziente che si trova nella stessa struttura. L’altro rene sarà invece trapiantato a un bambino ricoverato al Gaslini di Genova. Sono stati invece giudicati non idonei il cuore, l’intestino e i polmoni.

La vicenda. La bambina si è soffocata da sola per una prova in un gioco diffuso su Tik Tok, il Blackout Challenge, che consiste nello stringersi il collo con una cintura. Lei ha utilizzato, in bagno, davanti allo specchio e con il cellulare a riprenderla, quella di un accappatoio. La procura dei minori di Palermo ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio nei confronti di ignoti per poter avviare le indagini.

“Mi sento di dire grazie a questi genitori che nello strazio hanno compiuto un enorme gesto di generosità. Mi rammarico invece per chi in queste ore giudica, sentenzia e punta il dito contro la sua mamma e il suo papà, senza rispettare il dolore di questa famiglia distrutta”, il commento del presidente della Regione Giovanni Toti.

“Alle istituzioni resta il compito di garantire la massima sicurezza ai nostri giovani sul web: servono regole, limiti precisi e controlli su tutte quelle piattaforme che sono diventate tanto presenti anche nelle vite dei più piccoli, soprattutto in questo periodo in cui trascorrono molto tempo a casa. Non possiamo sottovalutare i pericoli che si nascondono nella rete per fare in modo che la tragedia di Antonella non si ripeta mai più”, conclude.

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