Processo

Vertici del porto di Alassio accusati di “selezionare” i prestatori d’opera: sentenza rinviata a gennaio 2021

Possibili ulteriori sviluppi giudiziari, soprattutto in relazione alla assegnazione dei posti barca

porto alassio

Alassio. Avrebbe dovuto andare a sentenza ieri, 22 dicembre, il processo che vede imputati i vertici del porto di Alassio con l’accusa di aver fatto “selezione”, anche con violenza e minacce, tra i prestatori d’opera scegliendo chi far lavorare e chi no. Vista la complessità delle condotte contestate, però, il giudice Laura De Dominicis ha deciso di rinviare la lettura della sentenza al prossimo 19 gennaio 2021.

L’ex presidente della Marina di Alassio, società concessionaria del Porto turistico di Alassio Gian Carlo Cerutti, è imputato per il reato di usurpazione della funzione pubblica (art.347 codice penale), mentre Marino Agnese, attualmente direttore del porto, per il reato di violenza privata (art.610) e per usurpazione della funzione pubblica, lesioni e minacce nei confronti di due persone, Alessandro Mollica e Giuseppe D’Anca, che lavorano all’interno del porto. Entrambi si sono costituiti parti civili, con Mollica rappresentato dall’avvocato Marco Ballabio e D’Anca dal legale Fabio Cardone.

Secondo la pubblica accusa, rappresentata dal pm Claudio Martini, Cerutti e Agnese avrebbero selezionato chi tra i prestatori d’opera poteva lavorare in porto e chi no, sottoponendo il loro ingresso all’autorizzazione di Marina di Alassio e limitando così arbitrariamente l’uso pubblico del Demanio. L’eventuale decisione di negare agli artigiani l’accesso all’area portuale spetta infatti all’autorità marittima. Si tratta di un processo piuttosto complesso, con l’accusa impegnata a delineare il clima difficile e “intimidatorio” e le “minacce” subite dai prestatori d’opera che si vedevano impedito l’ingresso e lo svolgimento del proprio lavoro. I reati sarebbero aggravati anche da minacce e lesioni da parte di Agnese nei confronti di Mollica. E il decreto di citazione a giudizio si spinge più in là, mettendo in dubbio la gestione del porto e ipotizzando ulteriori sviluppi giudiziari soprattutto in relazione alla assegnazione dei posti barca.

Gli imputati non erano in aula: all’udienza erano presenti le parti civili e il legale degli imputati di Gian Carlo Cerutti e Marino Agnese, l’avvocato Abregal di Alassio. Il giudice De Dominicis ha deciso il rinvio anche per approfondire alcuni elementi riguardo ad Agnese, per capire se nel consumare il reato rivestisse o meno il ruolo di funzionario di pubblico servizio, e per verificare alcuni aspetti giuridici rispetto alla consumazione del reato di violenza privata.

La richiesta del pubblico ministero è stata di 1 anno e 3 mesi di reclusione per Marino Agnese e di 3 mesi per il presidente del porto Cerutti per omesso controllo dell’operato del direttore Agnese.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.