Il 22 dicembre due ragazzi sono morti travolti da un treno. È successo alla stazione ferroviaria di Quiliano a pochi km da Savona. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima, nei pressi del confine a Ventimiglia è già accaduto molte volte. Come lungo le linee di confine di tutta l’Europa. I due giovani curdi erano parte di un gruppo deciso a raggiungere la Francia, erano quelli che gli sciacalli xenofobi solitamente marchiano come “clandestini”.
Per noi erano due ragazzi e basta, perché non può essere un passaporto o un altro documento di identità a discriminare gli esseri umani o meglio nel mondo che vogliamo e per cui lottiamo non sarà così. Invece la realtà è esattamente questa: persone abbandonate, osteggiate, sfruttate, braccate, arrestate e deportate sulla base di uno status fittizio e arbitrario. Bambini, donne e uomini.
Questo mondo non ha ragione di essere. Oggi che è successo in casa nostra potrebbe essere l’occasione per riflettere sulle migrazioni e uscire dagli stereotipi, rifiutando le strumentalizzazioni (quelle fondate sulla cattiveria e anche le altre fondate sul pietismo e il moralismo). Il sistema occidentale e le sue “politiche migratorie” (eufemismo ridicolo quanto tragico) causano centinaia di migliaia di morti: in mare, lungo le linee ferroviarie e le autostrade. È importante, perlomeno non dimenticarlo.
Le migrazioni esistono e hanno effetti anche tragici (per quelli che hanno il coraggio di affrontarle, non per quelli che si sentono “invasi”); spostarsi da un luogo all’altro nel mondo non dovrebbe essere un’avventura che può costare la vita. Mai. Anche oggi che il pensiero pare monopolizzato dalla “guerra al covid”.
Oggi siamo tristi per i due ragazzi morti a Quiliano mentre erano diretti in Francia.
Non li conoscevamo ma saremo sempre vicini a tutti quelli che come loro avranno il coraggio di conquistarsi la propria libertà e dignità. Insegnandoci qualcosa.
Solidarietà alle persone che migrano, in ogni angolo del mondo!
Coordinamento Antifascista Savona